Come si formano le “bombe d’acqua” e perché sono in aumento negli ultimi anni?
Nel contesto italiano, la frequenza di questi rovesci intensi è cresciuta soprattutto lungo le coste adriatiche e nelle regioni del centro-nord, aree spesso più esposte a condizioni di instabilità atmosferica. Ciò suggerisce l’importanza di una pianificazione territoriale attenta, che consideri questi cambiamenti climatici per garantire la sicurezza delle comunità e la resilienza degli ecosistemi. Scelte consapevoli in tema di urbanistica e infrastrutture possono fare la differenza nel limitare l’impatto di fenomeni così violenti.
Non solo i cambiamenti climatici, ma anche la crescente urbanizzazione contribuisce all’incremento dei danni legati alle bombe d’acqua. Le superfici impermeabilizzate tipiche delle città impediscono all’acqua di infiltrarsi nel terreno, aumentando il deflusso e favorendo allagamenti improvvisi. Questo aspetto evidenzia l’importanza di progettare città più verdi e permeabili, che possano assorbire meglio le precipitazioni intense e ridurre i rischi associati a questi eventi. Nel panorama globale, gli studi indicano che eventi meteorologici estremi simili alle bombe d’acqua stanno diventando più frequenti e intensi in diverse parti del mondo. Organizzazioni come l’Organizzazione Meteorologica Mondiale (WMO) e il Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR) italiano monitorano continuamente questi fenomeni per fornire dati aggiornati e suggerimenti scientifici. Queste istituzioni rappresentano un prezioso punto di riferimento per approfondire la conoscenza e sviluppare strategie efficaci di adattamento.
