Critiche e dubbi sul Tfa: l’esperienza di una precaria tra sostegno e distrazioni.

Critiche e dubbi sul Tfa: l’esperienza di una precaria tra sostegno e distrazioni.

“In seguito, ho ottenuto assegnazioni provvisorie a Palermo, gestendo due scuole. Negli ultimi anni, mi sono ritrovata spesso a faticare, con cattedre spezzate e lunghe distanze. Quest’anno, però, non sono riuscita a ottenere una posizione vicino a casa, e ora mi trovo con un incarico a tre ore di macchina,” ha lamentato. Per lei, la decisione di richiedere un congedo è arrivata dopo due settimane di angoscia all’idea di dover lasciare il figlio a casa, gestendo tutto da sola.

“C’è chi riesce a prendere questa decisione, ma non tutte le donne sono nella stessa situazione. Non si può chiedere agli insegnanti di affrontare queste difficoltà senza considerare il loro benessere,” ha continuato. La docente ha espresso un pensiero sconfortante: “Un ritorno economico potrebbe giustificare il sacrificio, ma se metà dello stipendio va a coprire spese per viaggi e salute, non ha senso proseguire.”

Difficoltà e Critiche al Sistema Educativo

Alla frustrazione si aggiungono critiche a un sistema che sembra dimenticare le esigenze reali degli insegnanti. “Mi hanno consigliato di iscrivermi al Tfa Sostegno, come se potesse risolvere tutti i problemi. Non si può fare affidamento su un sostegno privo di competenze specifiche; i ragazzi disabili meritano formatori preparati,” ha sottolineato la docente.

La situazione emotiva è complessa. Gli studenti, che avrebbero dovuto completare il loro percorso educativo con lei, le scrivono esprimendo il loro dispiacere per la situazione. “Non è facile stare a casa, non sono abituata a questa condizione. Il mio stipendio è cruciale per la famiglia, ma ora devo prendere una pausa,” ha detto con un tono di rassegnazione.


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