Disagio degli alunni: cause dell’aumento e ruolo cruciale della scuola nell’affrontarlo.
Occorre analizzare i comportamenti considerando le lacune nelle competenze. Uno studente che si ritira o trova scuse per uscire dall’aula è spesso un maestro dell’evitamento, tentando di sfuggire a un compito percepito come troppo difficile. La risposta a tali comportamenti non deve essere di tipo coercitivo, ma dovrebbe consistere nella suddivisione dei compiti e nello scaffolding mirato per offrirgli un’opportunità di successo. Qualora un alunno ricorra all’aggressione, sia verbale che fisica, si tratta spesso di un grido di aiuto, rappresentativo della sua mancanza di competenze sociali ed emotive. In queste situazioni, è fondamentale insegnare attivamente l’alternativa, favorendo potenti strumenti di mediazione e offrendo scelte limitate.
Il motore invisibile di tali comportamenti è un bisogno fondamentale inespresso. Occorre lavorare sui pilastri essenziali, spegnendo il desiderio di devianza. Gli studenti hanno bisogno di sentirsi competenti, e ciò richiede esperienze di successo e un’accettazione dell’errore come parte del processo di apprendimento. È cruciale riconoscere la loro fame di riconoscimento, canalizzando l’energia in una leadership positiva. Assicuriamoci che l’allievo abbia una sensazione di appartenenza; quando ciò è negato, il comportamento disfunzionale diventa l’unico modo per connettersi con gli altri: “Guardatemi!”. Creare un clima positivo è quindi essenziale, stabilendo regole chiare e condivise in un contesto autorevole.
Questa visione pedagogica si basa sull’idea che “non esiste allievo irrecuperabile, ma solo allievo incompreso.” Quest’affermazione delegittima l’idea di deficit morale. L’insuccesso non è da attribuirsi agli studenti, ma piuttosto alla nostra incapacità di fornire le competenze necessarie. L’approccio vincente non è la punizione, ma l’insegnamento sistematico delle abilità che mancano.
Il rumore di proteste da parte dei genitori, che ritirano i propri figli in segno di dissenso per comportamenti aggressivi non gestiti, mette in luce il prezzo drammatico del fallimento nell’Intenzionalità Educativa. Quando le scuole non riescono a decodificare e a fornire alternative, il disagio di un singolo alunno si trasforma in un’emergenza per l’intero sistema, compromettendo il diritto all’apprendimento di tutti. Il nostro operato deve quindi andare oltre la mera analisi per radicarsi nella pratica educativa, mirando a sviluppare non solo menti istruite, ma anche individui resilienti e funzionali al loro potenziale umano e sociale.
Fonti: Ministero dell’Istruzione, Ministero dell’Istruzione.
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