I° Giornata Internazionale delle Bambine e delle Ragazze, no ai matrimoni precoci

I° Giornata Internazionale delle Bambine e delle Ragazze, no ai matrimoni precoci

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In occasione della I° Giornata Internazionale delle Bambine e delle Ragazze (International Day of the Girl Child), l’UNICEF e le organizzazioni partner sottolineano l’impegno comune per porre fine ai matrimoni precoci una violazione dei diritti umani fin troppo diffusa, che ha conseguenze su tutti gli aspetti della vita di una bambina.

I° Giornata Internazionale delle Bambine e delle Ragazze

Le stime dell’UNICEF più recenti indicano che globalmente 70 milioni di donne tra i 20 e i 24 anni, circa una su tre, si sono sposate prima dei 18 anni: di queste, 23 milioni si sono sposate addirittura prima di aver compiuto 15 anni. “La Giornata Internazionale delle Bambine e delle Ragazze riflette la necessità di mettere al centro dell’agenda dello sviluppo i diritti delle ragazze”, ha dichiarato Anju Malhotra, responsabile della sezione Genere e Diritti all’UNICEF. “Le Nazioni Unite e i suoi partner stanno lavorando congiuntamente per mostrare gli incredibili progressi fatti e per evidenziare le sfide in corso”.

Sotto lo slogan “La mia vita, il mio diritto, la fine dei matrimoni precoci” si sta svolgendo in tutto il mondo una serie di eventi e di azioni per richiamare l’attenzione su questo tema estremamente importante. Presso la sede dell’ONU a New York, l’arcivescovo Desmond Tutu, insieme a UNICEF, UNFPA (Fondo delle Nazioni Unite per la Popolazione) e UN Women discutono su come governi, società civile, agenzie ONU e settore privato possano unire i propri impegni per accelerare la scomparsa della pratica del matrimonio precoce.

Il calo dei matrimoni precoci è ancora troppo lento

Nel 2011, 34 uffici UNICEF sul campo hanno attivato progetti per affrontare il problema del matrimonio precoce attraverso riforme legislative e cambiamenti sociali ed economici.  In India, uno dei Paesi al mondo con il maggior numero di ragazze sposate prima del 18° compleanno, il tasso di matrimoni precoci è diminuito a livello federale e in quasi tutti gli Stati: dal 54% del 1992-1993 si è scesi al 43% del 2007-2008, ma il ritmo del calo è ancora troppo lento.

Le esperienze maturate in Paesi diversi come Bangladesh, Burkina Faso, Gibuti, Etiopia, India, Niger, Senegal e Somalia dimostrano come la combinazione di misure legali e il sostegno alle comunità, la possibilità di fornire valide alternative, in particolare la scolarizzazione e di discutere apertamente del problema nelle comunità, produce risultati positivi.

“Il matrimonio precoce spesso comporta per una ragazza l’abbandono della scuola. Nelle comunità dove tale pratica è diffusa, sposare una bambina è parte di una serie di norme sociali e atteggiamenti che riflettono il basso valore dato ai diritti umani delle bambine”, ha aggiunto Anju Malhotra.

L’incidenza del fenomeno delle “spose bambine” è diminuita nel corso degli ultimi 30 anni, ma i matrimoni precoci restano diffusi in diverse regioni del mondo, in particolare nelle zone rurali e tra i ceti più poveri.

È per questo che oggi si festeggia la I° Giornata Internazionale delle Bambine e delle Ragazze, far conoscere il fenomeno dei matrimoni precoci e sensibilizzare tutti sul tema.

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