La scuola dell’ansia: un girone dantesco tra tormento e speranza.
La salute mentale nella scuola: un’emergenza silenziosa
Nel dibattito odierno sulla scuola, quasi sempre ci si sofferma su programmi, voti e riforme ministeriali. Eppure, dietro la facciata di un sistema educativo che molti considerano ben oliato (o talvolta arrugginito), si nasconde un problema grave e poco discusso: la salute mentale di studenti e docenti. La scuola, un tempo venerata come tempio del sapere, è diventata uno spazio dove ansie, stress e malesseri emotivi si manifestano e si acuiscono sempre di più.
La pandemia ha agito da detonatore, facendo emergere un disagio preesistente che, fino a quel momento, era solo meno evidente. Questo disagio si traduce in una pressione che grava pesantemente sugli studenti: un voto basso in matematica non è solo un “4”, è visto come un fallimento. La bocciatura non rappresenta un’opportunità per ricominciare, ma una macchia permanente. I ragazzi, a soli 15 anni, si trovano a dover affrontare una costante ansia da prestazione. Questa situazione non solo limita il loro percorso di apprendimento, ma rischia anche di compromettere il loro sviluppo personale.
Non solo gli studenti, ma anche i docenti vivono una realtà carica di pressione. A loro si chiede di svolgere ruoli molteplici: educatori, psicologi e burocrati, tutto in un contesto sempre più complesso. La mole di lavoro, unita alla necessità di gestire genitori esigenti e classi diversificate, può risultare schiacciante, mettendo a rischio anche la loro salute mentale. Insegna è una vocazione nobile, ma la passione di fronte a un ambiente insostenibile può facilmente spegnersi.
