Meloni, Crosetto e Tajani denunciati per concorso in genocidio alla Corte Penale Internazionale.
Il 24 settembre 2025, durante il dibattito generale all’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, la premier italiana Giorgia Meloni ha esposto il piano di pace proposto dagli Stati Uniti, sottolineando il consenso internazionale e l’importanza di un cessate il fuoco. Meloni ha poi denunciato accuse di genocidio mosse contro lei e altri membri del governo riguardo al supporto a Israele, definendole infondate. Ha eseguito un richiamo alla responsabilità nella diplomazia umanitaria e si è mostrata critica verso il sindacato CGIL, giudicandolo più interessato alla politica di sinistra che al benessere dei lavoratori.
Giorgia Meloni sul Piano di Pace e le Critiche alla Sinistra
Il 24 settembre 2025, durante il dibattito generale all’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, il Primo Ministro italiano Giorgia Meloni ha sottolineato l’importanza della proposta di piano di pace avanzata dagli Stati Uniti. Secondo Meloni, il piano, che prevede un cessate il fuoco, il rilascio degli ostaggi, il ritiro graduale di Israele da Gaza e il riconoscimento dell’aspirazione palestinese a uno stato, rappresenta un’apertura significativa. Ha evidenziato come ci sia stata una convergenza tra varie nazioni, ma ha anche espresso rammarico per l’assenza di un sostegno unanime da parte del Parlamento italiano.
Meloni ha espresso preoccupazione per l’intensificarsi delle tensioni e ha denunciato la gravità delle minacce di morte rivolte a lei e ad altri membri del governo. Ha informato che lei, il ministro Tajani, Crosetto e Cingolani sono stati denunciati per genocidio alla Corte Penale Internazionale, un’accusa che definisce infondata, chiarendo che l’Italia non ha autorizzato nuove forniture di armi a Israele dopo il 7 ottobre.
Riferendosi alla Flotilla, Meloni ha ribadito che l’Italia ha sempre fornito assistenza umanitaria, sottolineando l’importanza di non esasperare le tensioni in un momento delicato. Ha criticato l’atteggiamento di alcuni leader politici, citando l’assenza di un riconoscimento del blocco navale attuato dal 2009, il che, a suo avviso, sminuisce il dialogo pacifico.
In merito alla CGIL, Meloni ha giudicato pretestuosa l’azione di sciopero, notando che il sindacato sembra orientato a difendere la sinistra piuttosto che i diritti dei lavoratori. Infine, ha puntualizzato la posizione della Russia nel conflitto ucraino, affermando che l’istabilità proviene da Mosca, che non ha mostrato volontà di avanzare verso la pace.
Giorgia Meloni: Pace e Responsabilità nelle Crisi Globali
Il 24 settembre 2025, durante il dibattito generale dell’UNGA80 a New York, la presidente del Consiglio italiano, Giorgia Meloni, ha evidenziato l’importanza di una proposta di piano di pace avanzata dagli Stati Uniti. Questo piano, che affronta questioni cruciali come il cessate il fuoco e il riconoscimento dello stato palestinese, ha trovato un’ampia intesa tra diverse nazioni, ma Meloni ha avvertito che la situazione rimane fragile. L’Italia si è impegnata attivamente per facilitare il dialogo, in contrasto con chi ha scelto una posizione più propagandistica.
Meloni ha espresso preoccupazione per l’aggravarsi del clima di violenza e le minacce di cui è stata vittima, sottolineando la singolarità della denuncia ricevuta alla Corte Penale Internazionale riguardo al suo presunto supporto a un genocidio. Ha rimarcato che l’Italia non ha autorizzato nuove forniture di armi a Israele dopo il 7 ottobre, evidenziando che il suo governo ha mantenuto una linea rigorosa su questo tema, contrariamente a quanto si possa pensare.
In merito al caso della Flotilla, Meloni ha ribadito l’importanza di prestare assistenza umanitaria, sottolineando che l’Italia ha fornito consistenti aiuti rispetto alla quantità trasportata da imbarcazioni. Ha ulteriormente sottolineato che il blocco navale, che esiste dal 2009, deve essere affrontato con responsabilità politica, evitando strumentalizzazioni che potrebbero minare processi di pace già delicati.
Infine, parlando della manifestazione a sostegno della causa palestinese, Meloni ha criticato la presenza di simboli che inneggiavano al terrorismo. Ha esortato a un’attenzione maggiore e a un rispetto per coloro che hanno manifestato per motivi legittimi. Sotto un’altra angolazione, ha accennato alla CGIL, affermando che sembrerebbe più interessata a difendere le posizioni politiche della sinistra, piuttosto che il benessere dei lavoratori, nel contesto di un sciopero che, a suo avviso, è apparso pretestuoso.
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