“Mi sono innamorato di te”, il significato della cover di Tenco-Ferro

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Luci soffuse, scenografia scarna, ripresa in bianco e nero e un  Tiziano ferro d’annata  in completo total black che canta “Mi sono innamorato di te”, con la voce rotta dall’emozione. E’ così che Sanremo ha voluto rendere omaggio a Luigi Tenco, il cantautore piemontese scomparso prematuramente, ormai cinquant’anni fa.

 

 

Ma chi era Luigi Tenco?

 

Luigi Tenco, Sanremo, 1967
Luigi Tenco, Sanremo, 1967

 

Nato a Cassine, in provincia di Alessandria, nel 1938 si trasferisce ben presto a Genova. A vent’anni debutta nel panorama musicale italiano con la band “I cavalieri”. Ma è nel 1961 che esordisce come solista col suo primo 45 giri intitolato “I miei giorni perduti”. L’anno seguente, cominciò una breve esperienza cinematografica, con il film “La cuccagna” di Luciano Salce, pellicola nella quale cantò il brano “La ballata dell’eroe”, composta dall’amico Fabrizio De André.

Il primo 33 giri di Tenco uscì proprio quell’anno; conteneva successi quali “Mi sono innamorato di te” e “Angela”, ma anche “Cara maestra” che non fu ammessa all’ascolto dalla Commissione per la censura (per quest’ultimo brano fu allontanato dalle trasmissioni RAI per due anni).

Nel 1965, dopo vari rinvii che aveva ottenuto, partì per il servizio militare, che completò tuttavia in gran parte con ricoveri ospedalieri. L’anno successivo, tornò sulle scene “Un giorno dopo l’altro”, che diventò sigla dello sceneggiato televisivo “Il commissario Maigret”. Altri successi dell’epoca sono “Lontano lontano” (in gara a “Un disco per l’estate” 1966), “Uno di questi giorni ti sposerò”, “E se ci diranno”, “Ognuno è libero”.

A Roma, conobbe la cantante italo-francese Dalida, la prima a scoprire della sua morte, con la quale ebbe una relazione, contemporanea forse a quella con una ragazza non famosa di nome Valeria, la quale, incinta, perse il figlio dopo che fu investita da un’automobile.

Ma veniamo a quel nefasto 27 gennaio 1967.  Tenco, in gara a Sanremo col brano “Ciao, amore ciao”, salì sul palco per cantarla e disse al conduttore Mike Bongiorno: «Questa è l’ultima volta». La cantò male, andando fuori tempo, dopo aver assunto un farmaco e dell’alcol e facendo spazientire Dalida, che commentò poi dietro le quinte che gliel’aveva rovinata. Tenco seppe che era stato eliminato dal Festival mentre dormiva su un tavolo da biliardo; rientrò nella sua camera d’albergo, la 219 dell’Hotel Savoy, e fu ritrovato la mattina dopo, ucciso da un colpo di pistola alla tempia. C’era un biglietto scritto a mano – più di una perizia ne ha confermato l’autenticità – con su scritto:«Io ho voluto bene al pubblico italiano e gli ho dedicato inutilmente cinque anni della mia vita. Faccio questo non perché sono stanco della vita (tutt’altro) ma come atto di protesta contro un pubblico che manda “Io te e le rose” in finale e una commissione che seleziona “La rivoluzione”. Spero che serva a chiarire le idee a qualcuno. Ciao Luigi».

 

La prima pagina di un quotidiano dell'epoca
La prima pagina di un quotidiano dell’epoca

 

 

La sua morte rimane tuttora avvolta nel mistero: suicidio o omicidio? C’è chi, ai tempi, accusò  addirittura Dalida di averlo ammazzato. Nel 2005 la procura di Sanremo ordinò di riesumare la salma per effettuare nuovi esami, tra cui l’autopsia: il caso venne chiuso un anno dopo e venne confermata l’ipotesi del suicidio. Nel 2013 i giornalisti Pasquale Ragone e Nicola Guarneri scoprirono che il bossolo recuperato dalla polizia sarebbe quello di una Beretta, un’arma diversa da quella posseduta da Tenco. Un supplemento di indagine della polizia del 2015 che ha tenuto prova di queste prove è stato riaperto e poi archiviato.

In suo onore, a partire dal 1974 viene assegnato  il cosiddetto “Premio Tenco”, che và ai cantautori che si sono maggiormente distinti per testo e musica durante l’anno in corso.

Tornando a “Mi sono innamorato di te”, ecco il testo della canzone:

Mi sono innamorato di te
perché
non avevo niente da fare
il giorno
volevo qualcuno da incontrare
la notte
volevo qualcuno da sognare

mi sono innamorato di te
perché
non potevo più stare sola
il giorno
volevo qualcuno da sognare
la notte
parlare d’amore

ed ora
che avrei mille cose da fare
io sento i miei sogni svanire ma
non so più pensare
a nient’altro che a te

mi sono innamorato di te
e adesso
non so neppure io cosa fare
il giorno
mi pento di averti incontrato
la notte
ti vengo a cercare

ed ora
che avrei mille cose da fare
io sento i miei sogni svanire ma
non so più pensare
a nient’altro che a te

mi sono innamorato di te
e adesso
non so neppure io cosa fare
il giorno
mi pento di averti incontrato
la notte
ti vengo a cercare

Nel 1964 quella frase “Mi sono innamorato di te perché non avevo niente da fare”  destò  molto scandalo. Questa la spiegazione di Tenco: «In un paese come il nostro dove l’amore gronda convenzione in ogni sua descrizione ufficiale, l’affermazione è suonata come una bestemmia, ma se avessimo tutti un briciolo di coraggio, quanta verità scopriremmo in questa sincera dichiarazione. Tanto più che il mio innamorato viene alla fine invaso da un sentimento vero che lo spinge a cercare tutta la notte la donna che ama».

Quanto all’omaggio eseguito da Tiziano, queste le sue parole: «È stato un regalo a me stesso e, spero, a chi ama Tenco, perché non si può dimenticare».  In seguito, il cantautore di Latina è salito ancora sul palco duettando con Carmen Consoli il brano “Il Conforto”, oltre a proporre il singolo “Potremmo ritornare”.

Tiziano Ferro, Sanremo, 2017
Tiziano Ferro, Sanremo, 2017

 

 

Carmen Consoli e Tiziano Ferro, Sanremo 2017
Carmen Consoli e Tiziano Ferro, Sanremo 2017

Sui social e all’Ariston è stata ovazione generale. Luigi, ovunque sia, speriamo abbia gradito.

 

 

 

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