Nel settore automobilistico italiano, il 50% delle aziende non pianifica nuovi investimenti

In Italia, molte aziende automotive non investono in nuovi prodotti, ma la maggioranza punta sulla mobilità elettrica per crescita occupazionale. Le imprese maggiori e internazionali sono più propense all’innovazione, mentre le medie e piccole faticano. Circa il 66% delle imprese prevede pochi impatti dall’elettrificazione, il 55,2% non investe in innovazione di processo e si lamenta dei costi energetici. Le imprese che investono nella mobilità elettrica hanno prospettive occupazionali positive. Chiedono politiche per le fonti rinnovabili, l’infrastruttura di ricarica e la formazione del personale. Priorità: nuovi impianti, rientro di attività produttive, collaborazioni e attrazione di investitori.
Scenario dell’industria automobilistica italiana e la transizione verso la mobilità elettrica
Il panorama dell’industria automobilistica in Italia rivela che quasi la metà delle aziende del settore non prevede investimenti significativi in nuovi prodotti, con la maggior parte di coloro che decidono di investire orientati verso la mobilità elettrica. Quest’ultima si configura come il settore con le prospettive di crescita occupazionale più solide. L’analisi condotta dall’Osservatorio TEA, in collaborazione con il Center for Automotive & Mobility Innovation dell’Università Cà Foscari Venezia e il CNR-IRCrES, evidenzia che il 48,1% delle imprese non prevede incrementi negli investimenti nel triennio 2024-2027, principalmente a causa dell’incertezza legata alla transizione tecnologica nel settore dei trasporti. Tuttavia, il 31% degli investimenti sarà indirizzato verso la mobilità elettrica, riscontrando una maggiore attenzione rispetto alle motorizzazioni tradizionali.
Guardando al futuro, il tema dell’elettrificazione emerge come centrale per le imprese del settore automotive, con il 66% che prevede impatti limitati sul portafoglio prodotti. Le aziende maggiormente orientate all’innovazione sono quelle di maggiori dimensioni e con una visione internazionale più marcata, mentre le realtà medio-piccole, spesso localizzate nel Mezzogiorno, faticano a tenere il passo. Inoltre, si evidenzia la carenza di investimenti nell’innovazione di processo nonostante le politiche incentivanti esistenti.
Le imprese che focalizzano gli investimenti sulla mobilità elettrica presentano un outlook più positivo, soprattutto in termini di occupazione nelle aree ad alto valore aggiunto come la ricerca e lo sviluppo. Tuttavia, si evidenzia la necessità di affrontare sfide legate ai costi energetici, all’adozione di fonti rinnovabili, alla diffusione delle infrastrutture di ricarica e alla formazione del personale. La collaborazione tra attori del settore e la creazione di nuovi impianti produttivi risultano essere ulteriori priorità per supportare la competitività dell’industria automobilistica italiana alla luce delle sfide della transizione verso la mobilità elettrica.
La transizione verso la mobilità elettrica: prospettive e sfide per l’industria automobilistica italiana
L’analisi condotta dall’Osservatorio TEA evidenzia una situazione particolarmente interessante per l’industria automobilistica italiana. Mentre quasi la metà delle aziende del settore non prevede investimenti significativi in nuovi prodotti, la maggioranza di chi decide di investire si orienta verso la mobilità elettrica. Questo settore si presenta come l’unico con prospettive di crescita occupazionale, confermando la tendenza verso una maggiore sostenibilità ambientale e tecnologica.
Le aziende di maggiori dimensioni e con una visione internazionale sono quelle che dimostrano una maggiore propensione all’innovazione, mentre le realtà medio-piccole riscontrano difficoltà nel mantenere il passo. La transizione tecnologica verso l’elettrificazione richiede adeguamenti e investimenti specifici, con un’attenzione particolare alla formazione del personale e alla ricerca e sviluppo.
La carenza di investimenti sull’innovazione di processo e la ricerca di personale qualificato rappresentano delle criticità per la filiera automobilistica italiana. Le aziende chiedono politiche industriali volte a favorire l’adozione delle fonti rinnovabili, l’infrastruttura di ricarica e la formazione del personale. Inoltre, si evidenzia la necessità di creare sinergie tra soggetti diversi, favorire la realizzazione di nuovi impianti e attrarre nuovi investitori per garantire la competitività del settore.
Non perderti tutte le notizie di economia su Blog.it