Premio Nobel per la letteratura a Kazuo Ishiguro

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Il Premio Nobel per la Letteratura 2017 è stato assegnato a Kazuo Ishiguro. Lo scrittore è nato a Nagasaki nel ’54 ma vive in Inghilterra dagli anni ’60. Tra i suoi libri più noti, “Quel che resta del giorno” e “Il gigante sepolto”. L’annuncio è stato dato dall’Accademia di Svezia. “Nei suoi romanzi di grande forza emotiva – si legge nella motivazione dell’Accademia – ha scoperto l’abisso sottostante il nostro illusorio senso di connessione con il mondo”.

Le sua opere

Ishiguro, 62 anni, nel 1986 vince il premio Withbread per il suo secondo romanzo, “Un artista del mondo fluttuante”. Nel 1989 ottiene un nuovo prestigioso riconoscimento, il premio Booker, per il suo romanzo “Quel che resta del giorno” dal quale fu tratto il film omonimo di James Ivory Da uno dei suoi romanzi più celebri, ‘Quel che resta del giorno’ (1989), è stato tratto l’omonimo film nel 1993 diretto da James Ivory, con Anthony Hopkins ed Emma Thompson, vincitore dell’Oscar l’anno successivo.
Nel 2005 vince il Premio Alex con “Non lasciarmi” (Never Let Me Go), dal quale viene tratto un film con la regia di Mark Romanek (2010), diventa un best seller ed è considerato da Time il romanzo migliore di quell’anno. Il settimanale lo ha anche inserito tra i 100 migliori titoli dell’ultimo secolo. In Italia è stato pubblicato da Einaudi con il titolo “Non lasciarmi”.

Il suo settimo ed ultimo romanzo, “Il gigante sepolto” (The Buried Giant), esce il 3 marzo 2015. Un romanzo mitologico, sulle orme di Tolkien, ambientato nella Britannia del V secolo, con orchi, draghi e giganti, fantasy, insolito per l’autore, che ha diviso “selvaggiamente e ferocemente” (parole di Ishiguro) sia i critici che i fan, mentre le vendite lo collocavano al primo posto nelle classifiche inglesi e al terzo in quelle americane.

Sceneggiatore

Appassionato di cinema, sceneggiatore oltre che scrittore, Ishiguro si sente più romanziere.  Ospite al Festivaletteratura di Mantova aveva detto: “Cosa rende diverso un romanzo da una storia sul grande schermo? Che si rivolge più dimensione del pensiero mentre cinema e tv sono più indirizzati all’esterno.

Io scrivo in modo interiore. Se c’è un rapporto tra me e il cinema è in negativo. E quando scrivo lo faccio in modo che non sembri per il cinema”. Una dichiarazione che era stata seguita dall’annuncio che il produttore hollywoodiano Scott Rudin aveva opzionato i diritti per la trasposizione cinematografica de ‘Il gigante sepolto’.

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