Ragazzi in trappola: il pericolo della pornografia nell’era digitale.
Recentemente, una lettera di un genitore ad Alberto Pellai, docente di Psicologia dell’età evolutiva presso l’Università di Milano, ha sollevato un’importante questione riguardante l’educazione sessuale dei minori. Un padre ha raccontato la situazione di suo figlio, un ragazzo di quarta elementare che si trova a dover affrontare la realtà del cosiddetto ‘club del sesso’ tra i suoi coetanei di nove anni. La condizione per partecipare a questo gruppo è la visione di video pornografici, accessibili con facilità grazie agli smartphone. Questa problematica pone l’accento su un fenomeno che coinvolge molteplici fattori: il bisogno di appartenenza, l’accesso immediato a contenuti inappropriati e l’assenza di un’adeguata educazione affettiva e sessuale.
La potenza degli smartphone e i rischi per i giovani
Il genitore esprime poi un’opinione forte riguardante l’impatto degli smartphone sulla vita dei bambini. Secondo lui, non è solo l’uso degli smartphone a costituire un problema, ma la stessa tecnologia, che non può essere adeguatamente gestita dai minori. “Dentro al virtuale c’è ‘troppa roba’ mentre i nostri figli, prima dei 16 anni, hanno reti neuronali ancora poco sviluppate,” afferma, paragonando il suo uso a quello di una fuoriserie da guidare da un neopatentato.
In questo contesto, il consumo di materiale pornografico tra i giovani sta diventando un argomento sempre più discusso. Il rischio di corruzione dei minori, attuato in nome del profitto, solleva interrogativi sulla responsabilità degli adulti e dell’educazione. È necessario che i governi implementino politiche per contrastare questa speculazione, ma anche che il sistema scolastico adotti un approccio critico nei confronti della lettura dei contenuti online, affrontando i rischi connessi.
