Scuola 2050: Ibrida, diffusa e integrata nel territorio, secondo Indire.
La scuola del futuro: estesa, diffusa e connessa con il territorio
Nonostante le difficoltà, il quadro d’insieme potrebbe non essere così negativo. Le piccole scuole e le pluriclassi potrebbero diventare un modello da esportare anche nelle periferie delle grandi città, per sostenere una rete di scuole ben distribuita in un Paese che cambia e che ha bisogno di specializzazione e formazione continua a tutte le età.
Secondo il rapporto Indire, la scuola del futuro sarà “estesa”, uno spazio ibrido fisico e virtuale con forme di apprendimento formale e non formale, basato su partenariati tra scuola, enti locali e associazioni. Si tratta di scuole di prossimità, già presenti in diverse regioni italiane, come Piemonte e Puglia, o di scuole “diffuse”, come quella sperimentata a Reggio Emilia durante la pandemia e che coinvolgerà sei comuni nella zona di Orvieto in Umbria. In queste scuole, l’apprendimento avviene anche in musei, centri sociali e parrocchie, con l’obiettivo di rendere sostenibile dal punto di vista economico le scuole e garantire la qualità dell’istruzione.
La scuola di prossimità è resa più semplice dallo spazio digitale, che permette di collegare studenti distanti, distribuire materiale in tempo reale e affidare alcune discipline a tutor locali, che fungono da tramite con le scuole partner. Per le scuole superiori a rischio chiusura, si sta sperimentando la “classe articolata”, in cui le discipline comuni sono insegnate a classi miste dei vari indirizzi e quelle specifiche sono affrontate con moduli separati in collaborazione con strutture del territorio.
