Scuola: la nuova manovra colpisce duramente i lavoratori precari nel settore educativo.
Non è raro che, all’interno delle scuole, i docenti non possano neppure concedersi un momento di pausa. Eppure, i migliaia di supplenti con anni di esperienza non possono essere considerati superflui. Come possono i dirigenti valutare esigenze didattiche specifiche se non sono quotidianamente in aula?
Recentemente, l’ANP ha espresso una netta contrarietà alla nuova norma, mettendo in evidenza le problematiche legate a questa riforma. In questo contesto, emerge un’unica evidenza: la politica sembra considerare l’Istruzione Pubblica più come un peso da eliminare piuttosto che come una risorsa da valorizzare.
Specificamente, il settore dell’istruzione dovrebbe trasformarsi in un investimento per il futuro, non in un fardello. Le politiche attuate sembrano più mirate a risparmiare fondi pubblici da investire in ambiti privati, piuttosto che garantire un’istruzione di qualità a tutti gli studenti. I lavoratori, ben formati e preparati, si trovano a fronteggiare una realtà in cui la loro capacità di sostenersi economicamente sta svanendo.
È imperativo che la società si interroghi sulla direzione in cui stiamo andando. L’istruzione non deve diventare un’ulteriore fonte di guadagno per pochi a discapito del benessere di molti. Questa NON è la società che desideriamo.
Per ulteriori dettagli, consultate fonti ufficiali come il sito del Ministero dell’Istruzione e della Ricerca.
Movimento Scuola Lavoro e Libertà
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