Sirene d’allarme, esplosioni e paura a Leopoli

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STAZIONE FERROVIARIA DI LVIV, PERSONE IN ATTESA DEI TRENI PER LA POLONIA
ROMA – Sirene d’allarme in quasi tutte le regioni, esplosioni e paura.

L’offensiva russa in Ucraina prosegue, pure a ovest, e si avvicina al confine dell’Unione europea.

Sotto attacco anche Leopoli, dove sarebbe stato colpito il Centro internazionale per il mantenimento della pace e la sicurezza, vicino al confine con la Polonia.

A Kiev anche questa notte è scattata l’allerta aerea, con sirene e messaggi d’allarme che hanno invitato i cittadini a recarsi nei rifugi.

Secondo Kyiv Independent, le sirene sono state attivate in quasi tutte le regioni dell’Ucraina.

Tra le aree interessate, anche Kharkiv, Poltava, Zhytomyr, Leopoli, Odessa, Zaporizhzha, Ternopil e Dnipro.

Stamattina esplosioni sono state udite a Leopoli, Kherson e Ivano-Frankivsk, in base a quanto riportato dallo stesso sito.

“Gli occupanti hanno lanciato un attacco aereo contro il Centro internazionale per il mantenimento della pace e la sicurezza”, ha affermato in un post su Facebook il sindaco di Leopoli Andriy Sadovyi, citando informazioni dell’amministrazione militare regionale.

Sadovyi ha riferito che sarebbero stati sganciati otto missili e che “le informazioni sulle vittime sono in corso di definizione”.

Intanto il sindaco di Ivano-Frankivsk, Ruslan Martsinkiv, ha fatto sapere su Facebook che le esplosioni di questa mattina udite in città sarebbero legate a un attacco all’aeroporto.

“Gli invasori russi non possono conquistarci”, ha detto il presidente ucraino Volodymyr Zelensky in un video.

Zelensky ha affermato che i russi “nella regione di Kherson stanno cercando di ripetere” l’esperienza della “formazione di pseudo-repubbliche”.

Tuttavia, “si è svolta una riunione di emergenza del Consiglio regionale di Kherson” e “44 deputati – ha riferito il leader ucraino – hanno deciso che la regione di Kherson è ucraina e nessuna pseudo-repubblica avrà posto lì”.

Poi il presidente ucraino ha spiegato che “i corridoi umanitari concordati hanno funzionato” e che “12.

729 persone sono state evacuate”.

Nel frattempo, sul piano diplomatico continuano i colloqui, con la speranza di giungere presto a un accordo.

Dopo Zelensky, anche la Russia sarebbe disposta a svolgere i negoziati con l’Ucraina a Gerusalemme.

Lo riporta Jerusalem Post, che cita una fonte diplomatica, dopo una conversazione telefonica tra il primo ministro israeliano Naftali Bennett e il presidente ucraino Volodymyr Zelensky.

Il paese, però, non sarebbe “sicuro di voler ospitare i colloqui”, spiega il sito israeliano.

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