Vertice di Tallin, supporto all’Italia ma non saranno aperti i porti

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Il ministro dell’Interno Marco Minniti lasciando la riunione di Tallin, parla di “una posizione quasi unanime”, su tre punti: Libia, codice di condotta delle organizzazioni non governative, e rimpatri con la stretta sui visti.

Regolarizzazione delle operazioni di salvataggio

“Abbiamo chiesto una riunione a Frontex, che sarà probabilmente la prossima settimana”, ha spiegato Minniti, “è evidente però che ci sono posizioni contrastanti. Noi manteniamo il nostro punto di vista, gli altri mantengono il loro ma la discussione sarà nella sede formale che è quella di Frontex”.

Il ministro dell’Interno tedesco Thomas de Maiziere ha assicurato il proprio sostengo ad un’Italia sottoposta alla dura pressione della crisi dei migranti. Secondo quanto scrive il sito del giornale “Die Zeit”, il ministro ha detto in occasione del Vertice di Tallin che Berlino vuole aiutare Roma a “ridurre il numero dei migranti che giungono e vogliono giungere in Europa senza essere bisognosi di protezione”.

No all’apertura di altri porti

Olanda e Belgio sono stati unanimi nell’afermare che “Aprire più porti” europei ai migranti soccorsi “non risolverà il problema. Bisogna pensare al ruolo che i porti africani potrebbero avere”, porti come quelli “di Tunisia ed Egitto ad esempio”. Così il ministro per la Sicurezza e Giustizia olandese Stef Blok arrivando alla riunione informale dei ministri dell’Interno a Tallinn. Sul tavolo dei ministri c’è il delicato problema degli sbarchi. Anche il Belgio ha messo immediatamente le mani avanti: “Non credo che il Belgio aprirà i suoi porti” ai migranti salvati nel Mediterraneo” ha tenuto a precisare il ministro per l’Asilo e politica migratoria belga Theo Francken.

La proposta dell’Italia

L’operazione Tritone si occupa della ricerca e il salvataggio dei migranti al largo delle coste libiche coinvolge 26 paesi ed è a guida italiana; ha sostituito nel novembre 2014 la precedente operazione nazionale di controllo delle coste “Mare Nostrum” e ha il compito di condurre nei porti italiani i profughi salvati. L’Italia propone di ripartire gli sbarchi anche su porti di altri paesi. Nella riunione di oggi dovrebbe essere avallato politicamente, con l’accordo dei ministri dei Ventotto, il “Piano d’azione” che la Commissione europea ha presentato martedì a Strasburgo.

Intanto l’Austria ha fatto dietrofront sulla paventata ipotesi di usare l’esercito a presidio del valico del Brennero. A rivelare il cambio di rotta è stato il cancelliere Christian Kern dopo un colloquio telefonico avuto con il Premier italiano Gentiloni.

Il “nodo” della Libia

In “Libia che si gioca una partita cruciale” ha detto Minniti. “Il paese è fragile e instabile, combattere i trafficanti di esseri umani in Libia significa dare un contributo forte per la stabilizzazione della Libia e l’Italia è strategicamente interessata alla stabilizzazione della Libia. “E proprio lì che si gioca una partita cruciale per i temi di cui discutiamo. Il 97% delle persone salvate nel Mediterraneo vengono dalla Libia ma non c’è un libico e dobbiamo comprendere che è lì che va affrontato il problema”.

 

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