Alitalia, il nuovo piano sarà pronto entro un mese: tagli per 160 mln

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Entro la fine di febbraio sarà presentato il nuovo piano industriale di Alitalia. A comunicarlo è la compagnia aerea dopo una riunione del Cda, in cui il consigliere Colaninno ha presentato le dimissioni.

Il consiglio ha preso atto della decisione di Roberto Colaninno di rassegnare le dimissioni e lo ha ringraziato per l’importante contributo dato all’azienda negli anni. Spetterà all’azionista Cai proporre un nuovo membro del consiglio. Sarà inoltre presto indicato il successore per la consigliera indipendente Antonella Mansi.

Alitalia “è in linea con lo scopo di arrivare a una riduzione dei costi di almeno 160mln di euro nel 2017”, ha detto l’Amministratore delegato, Cramer Ball. Etihad Airways e i soci bancari di Alitalia “sono pienamente allineati sul futuro”, ha sottolineato il vice presidente dell’Alitalia, James Hogan.

Il cda, informa una nota, è stato inoltre aggiornato dall’amministratore delegato, Cramer Ball, sulla situazione finanziaria.

Il vicepresidente, James Hogan, ha ribadito il forte impegno di Etihad airways nel sostenere il piano di rilancio e ha affermato che Etihad e i soci bancari sono pienamente allineati sul futuro di Alitalia, nonostante il grande lavoro che rimane da fare per arrivare a una struttura di costi che possa permettere all’azienda di essere competitiva ed economicamente sostenibile sul mercato.

Presenti al consiglio d’amministrazione Gaetano Micciché, in rappresentanza di Intesa Sanpaolo, era in collegamento telefonico. Federico Ghizzoni, per Unicredit, era invece presente a Roma per il consiglio di amministrazione della compagnia. Entrambi si sono confrontati con James Hogan, vicepresidente pro tempore di Alitalia, in rappresentanza dell’altro socio forte: Etihad.
Un consiglio durato tre ore. In cui la dialettica tra gli azionisti è stata piuttosto serrata. Tutti hanno convenuto sulla necessità di una fortissima riduzione dei costi perché l’azienda continua a bruciare cassa (più di un milione di euro al giorno) ed è importante un’immediata correzione di rotta altrimenti si rischia di portare i libri in tribunale.

Si è parlato di costo del lavoro. A bilancio, nel 2015, ha inciso per 593 milioni di euro su 3,6 miliardi di costi industriali. Fonti vicine al dossier rivelano che gli esuberi potrebbero essere 2 mila. Fino ad oggi si era parlato di una forchetta compresa tra i 600 e i 1.500. Sarà importante il confronto che l’azienda avrà con il governo per gestire le ricadute sociali. Sia Graziano Delrio, ministro dei Trasporti, sia Carlo Calenda, sono in attesa del progetto di rilancio di Alitalia. Che sarà pronto entro il 28 febbraio.

Delrio ieri ha voluto nuovamente chiarire che l’esecutivo non intende arretrare di un centimetro. «Non dobbiamo far pagare gli errori dei manager ai lavoratori», ha detto il titolare delle Infrastrutture. Una dichiarazione di intenti che sembra alzare il livello di scontro con i vertici della compagnia se il piano sarà lacrime e sangue.

Alitalia non gradisce la «politica porte aperte» del governo nei confronti delle compagnie low cost. Lo stesso Delrio ne ha confermato la portata annunciando di aver chiuso «due accordi, uno con Ryanair e l’altro con Easyjet, in cui metto a disposizione nel 2017 cinque milioni di posti passeggeri in più» perché «il traffico è in crescita in tutti gli aeroporti». F

A questo punto «l’azienda per essere competitiva non potrà che allineare la propria struttura di costi a quella delle low cost, anche per quanto riguarda il personale e la produttività».
Si preannuncia un confronto durissimo su questo aspetto. Perché non sfugge che in questi anni la via italiana del trasporto aereo ha seguito una strada improntata alla massima liberalizzazione degli slot. Consentendo per esempio sull’aeroporto romano di Fiumicino l’ingresso di cinque compagnie a basso costo. Un caso unico in Europa. Proprio mentre Ryanair ha cominciato le selezioni per assumere nuovo personale. A 1.200 euro al mese.

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