Allerta: l’aumento dei rifiuti bruciati come combustibile minaccia salute e ambiente.
L’ascesa del RDF nel mondo
Con il mondo alla ricerca di soluzioni per affrontare le crisi legate al cambiamento climatico e all’inquinamento da plastica, molti paesi stanno rivolgendo la propria attenzione all’incenerimento dei rifiuti municipali per produrre energia. Questa strategia sta guadagnando trazione globale e solleva interrogativi su effetti ambientali e sanitari. Il RDF è preparato unendo abbondanti rifiuti di plastica con altre sostanze combustibili come legno, cartone e tessuti. Il processo prevede essiccazione e triturazione, con il risultato quindi bruciato in inceneritori specifici.
Proponenti del RDF sostengono che l’incenerimento riduce sia l’inquinamento da plastica che la quantità di rifiuti in discarica, al contempo diminuendo le emissioni di gas serra. Alcuni lo esaltano come una soluzione per l’economia circolare.
Tuttavia, gli oppositori non sono convinti. Sostengono che bruciare RDF – così ricco di plastica – non faccia altro che sostituire una fonte di combustibile inquinante con un’altra, rilasciando significative emissioni di gas serra e inquinanti nocivi. Lee Bell, del network IPEN (International Pollutants Elimination Network), ha dichiarato: “Ci preoccupa che i polimeri della plastica siano miscelati con molti altri prodotti chimici”.
La crescente domanda di RDF deve fare i conti con oltre 4.000 sostanze chimiche collegate alla plastica, che possono mostrare proprietà persistenti, bioaccumulabili o tossiche, generando preoccupazioni per la salute pubblica. Bell evidenzia che l’incenerimento del RDF produce una vasta gamma di emissioni tossiche.
