Caso Regeni: New York Times fa tremare Palazzo Chigi

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Svolta nelle indagini sul caso Regeni: Palazzo Chigi avrebbe avuto “prove incontrovertibili”, che dimostravano che Giulio Regeni era stato rapito, torturato e ucciso da ufficiali della sicurezza egiziana. Il ricercatore universitario friuliano era stato ucciso un anno e mezzo fa in Egitto, in circostanze ancora tutte da chiarire.

Lo scoop  del New York Times

A darne notizia è il New York Times, in un lungo reportage, in cui spiega che l’ex presidente degli Stati Uniti, barack Obama, sarebbe entrato in possesso di queste informazioni e le avrebbe girate all’Italia. Già nelle settimane successive alla morte di Giulio Regeni, gli USA, si legge nell’articolo, sarebbero entrati in possesso dall’Egitto di “prove di intelligence, che dimostravano la responsabilità di alcuni elementi della sicurezza egiziana”. Secondo il quotidiano statunitense tali prove vennero girate al governo Renzi, ma pare che per evitare di svelare le proprie fonti, il governo statunitense non condivise con Roma tutte le informazioni ricevute.

La polemica per il rientro dell’ambasciatore Cantini

La notizia del New York Times arriva proprio mentre è scoppiata la polemica per la decisione del governo di far rientrare al Cairo l’ambasciatore Giampaolo Cantini, dopo la consegna dei documenti dalla procura egiziana a quella di Roma. Un passo in avanti importante secondo i magistrati rimani, di diverso avviso i genitori del ragazzo ucciso, per i quali si tratta di una “resa”.

La replica di Palazzo Chigi

Intanto fonti di Palazzo Chigi fanno sapere che “nei contatti tra amministrazione Usa e governo italiano avvenuti nei mesi successivi all’omicidio di Regeni, non furono mai trasmessi elementi di fatto, come ricorda tra l’altro lo stesso giornalista del New York Times, né tantomeno prove esplosive. Si sottolinea altresì, che la collaborazione con la procura di Roma in tutti questi mesi è stata piena e completa”.

 

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