Classifica delle migliori università al mondo: quattro sono italiane

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Stilata la classifica Qs world university rankings e per la prima volta quattro università italiane entrano tra le prime 200 al mondo.

Le italiane

Al primo posto tra le eccellenze italiane si trovae il Politecnico di Milano, classificatosi al 170esimo posto generale, ben tredici posizioni in più rispetto all’edizione precedente. Al 188esimo posto generale troviamo l’Alma Mater di Bologna, ben venti posti in più rispetto allo scorso anno. Al 192esimo posto troviamo a pari merito la Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa e la Scuola Normale.

Le migliori

Il Massachussett Institute of Technology, ed in generale le università americane, dominano la classifica. La celebre accademia del Massachussett  si riconferma la migliore Università al mondo per il sesto anno consecutivo.
Sul podio troviamo le Università di Stanford e Harvard, le quali mantengono rispettivamente il secondo e terzo posto. Al quarto posto, un gradino in più rispetto allo scorso anno, troviamo il California Institute of Technology. Al quinto posto troviamo la celebre Università di Cambridge, un gradino più in basso invece la Oxford. Dal settimo al nono posto troviamo nell’ordine l’University College London, l’Imperial College London e l’University of Chicago.  Chiude la top ten, e contemporaneamente rompe l’egemonia anglo-americana, lo il Politecnico federale di Zurigo.

Criteri di classificazione

La realizzazione della classifica prevede alcuni criteri applicati dal 2004. I parametri presi in considerazione sono: la quantità di risorse impiegate per l’insegnamento, la qualità della ricerca prodotta (citazioni nel periodo 2011-2016 dai ricercatori all’interno delle riviste scientifiche internazionali), l’occupabilità dei laureati e l’internazionalità degli studenti all’interno delel rispettive università.

 

Quasi cinquemila università analizzate

Nella classifica sono state analizzate complessivamente 4.388 università e di queste, 956 sono state incluse nella classifica secondo diversi criteri, come opinioni degli accademici e dei datori di lavoro, numero di citazioni, risorse dedicate all’insegnamento, numero di docenti e studenti internazionali. Commentando i dati italiani, il responsabile della Ricerca per QS, Ben Sowter, ha rilevato che “l’Italia é un Paese straordinario e spero che la classe dirigente decida di incrementare l’investimento per le università e la ricerca. Favorire il cambio generazionale tra i ricercatori e fermare la preoccupante emigrazione giovani menti brillanti – ha aggiunto – é fondamentale per la per aumentare la competitività del paese.

 

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