Clima e diritto: la Corte internazionale di giustizia sottolinea il dovere degli Stati di agire.

Clima e diritto: la Corte internazionale di giustizia sottolinea il dovere degli Stati di agire.

Clima e diritto: la Corte internazionale di giustizia sottolinea il dovere degli Stati di agire.

Pubblicato il 25/07/2025 – 15:45 CEST

Un Parere Storico della Corte Internazionale di Giustizia

Mercoledì, la Corte Internazionale di Giustizia (CIG) ha rilasciato un parere consultivo di straordinaria rilevanza che ridefinisce le responsabilità degli Stati nella crisi climatica. Questo caso segna un momento unico poiché ha ricevuto oltre 150 richieste da Stati, organizzazioni e rappresentanti della società civile, rendendolo il più vasto mai trattato dalla massima autorità giudiziaria dell’ONU. Il documento, con le sue 133 pagine, pur non essendo legalmente vincolante, getta basi solide per interpretazioni del diritto internazionale che potrebbero influenzare futuri processi legali e negoziati sul clima, come avverrà nel contesto della Cop30 in Brasile.

Essenziale il Riconoscimento del Diritto a un Ambiente Sano

Nel suo parere, la CIG ha affermato che un ambiente pulito, sano e sostenibile è un diritto umano fondamentale, essenziale quanto l’acqua, il cibo e l’abitazione. Questo implica che gli Stati, quali firmatari di trattati sui diritti umani, sono obbligati a intraprendere azioni significative contro i cambiamenti climatici per proteggere questi diritti. La Corte ha specificato che le responsabilità dei Paesi non si limitano agli obblighi previsti dall’Accordo di Parigi, ma si estendono a un insieme più ampio di normative, inclusi il diritto internazionale dei diritti umani, il diritto ambientale e la Carta delle Nazioni Unite.

In un’intervista, Mary Robinson, ex Alta Commissaria dell’ONU per i diritti umani, ha dichiarato: “Questo parere tracciamo una nuova rotta. È un passo cruciale nel riconoscere che la giustizia climatica è parte integrante dei diritti umani.”

La Corte ha inoltre sottlineato l’importanza della qualità dei piani climatici nazionali (NDC). Non basta quindi redigerli, ma essi devono essere ambiziosi, scientificamente fondati e sottoposti a rigorosi aggiornamenti.

Le Conseguenze della Non Adozione di Misure Ambientali

Il presidente della Corte, Iwasawa Yuji, ha sottolineato che la mancanza di azioni contro le emissioni inquinanti può costituire una violazione del diritto internazionale. Gli Stati sono dunque responsabili non solo delle loro politiche, ma anche della regolamentazione delle attività delle imprese, specialmente quelle operanti nel settore dei combustibili fossili, sotto la loro giurisdizione.

Questo significa che le nazioni vulnerabili, colpite dagli effetti devastanti del cambiamento climatico, potrebbero intraprendere azioni legali contro i grandi emettitori, richiedendo risarcimenti per danni subiti. Secondo Sebastien Duyck, esperto del Centre for International Environmental Law, “Il parere emesso dalla Corte non solo chiarisce il quadro giuridico, ma offre una nuova spinta alle future azioni legali, trasformando le parole in azioni concrete.”

Verso una Nuova Era Legale e Politica

Il parere della CIG può diventare un’importante leva di pressione nelle aule di giustizia, nei parlamenti e durante i vertici internazionali. Lea Main-Klingst, avvocata di ClientEarth, ha dichiarato: “Offre un solido riferimento per i giudici e un potentissimo strumento per la società civile, chiamando i governi a maggiore responsabilità e ambizione climatica.”

Con la Cop30 all’orizzonte, questo parere rappresenta un ponte cruciale che unisce giustizia climatica e diritto internazionale. Spinge i governi verso tante necessarie azioni: più incisive, responsabili e giuridicamente obbligate. Le voci al riguardo si moltiplicano, e sempre più attivisti e giuristi vedono in questo parere un fattore determinante per varcare nuove soglie nella lotta contro il cambiamento climatico.

In sintesi, la Corte Internazionale di Giustizia sta tracciando la via per il futuro, dove la giustizia climatica è finalmente vista come un diritto umano fondamentale, rendendo sempre più inaccettabile l’inazione di fronte a una crisi globalmente riconosciuta.

Per approfondimenti, consultare le fonti ufficiali della Corte e articoli pubblicati su siti di informazione specializzati come Euronews e The Guardian.

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