Confindustria: incertezze e dazi bloccano export e investimenti in Italia.

Il Pil italiano ha registrato una crescita dello 0,3% nel primo trimestre del 2025, con segnali di ripresa nell’industria dopo un lungo periodo di calo. Nonostante ciò, l’incertezza provocata dai dazi e dalle politiche dell’amministrazione Trump sta influenzando negativamente la fiducia, frenando export e investimenti. La produzione industriale ha mostrato un incremento limitato, mentre le vendite al dettaglio sono diminuite. Gli indicatori sugli investimenti continuano a dare segnali negativi e l’inflazione rimane alta, sia negli Stati Uniti che nell’Eurozona, portando la Bce a pianificare ulteriori tagli ai tassi d’interesse.
Andamento del Pil Italiano e Impact dei Dazi nel 2025
ROMA (ITALPRESS) – Nel primo trimestre del 2025, il prodotto interno lordo (Pil) italiano ha mostrato una crescita superiore alle previsioni, registrando un incremento dello 0,3%, grazie alla ripresa del settore industriale che ha interrotto un lungo periodo di declino. Nonostante questo risultato positivo, nel secondo trimestre persistono incertezze legate ai dazi imposti e alle altalene decisioni dell’amministrazione Trump, elementi che intensificano il clima di sfiducia e frenano l’export e gli investimenti.
Il Centro studi di Confindustria evidenzia come le aspettative di crescita più basse abbiano generato una diminuzione dei prezzi dell’energia, favorendo così la possibilità di una riduzione dei tassi di interesse in Europa. Nel mese di marzo, la produzione industriale ha subìto un incremento dello 0,1%, portando a chiudere il primo trimestre con un recupero complessivo dello 0,4%, dopo un arresto durato cinque trimestri, anche se i dati dell’indice RTT mostrano un calo del fatturato.
Le nuove tariffe doganali impattano soprattutto il mondo industriale e i dati preliminari di aprile, successivi all’introduzione dei dazi, si presentano contrastanti. Il PMI indica che la flessione potrebbe essere quasi superata (da 46,6 a 49,3), mentre la fiducia degli operatori è in calo per il secondo mese consecutivo a livelli infimi. Pur continuando la crescita occupazionale che sostiene il reddito reale delle famiglie, il calo di fiducia registrato tra marzo e aprile potrebbe influenzare una maggiore propensione al risparmio.
Nel primo trimestre, le vendite al dettaglio hanno mostrato una diminuzione dello 0,5%, mentre le immatricolazioni di auto sono aumentate moderatamente (+2,7% annuo ad aprile). Gli indicatori mensili per gli investimenti seguono un trend negativo nei primi quattro mesi dell’anno, con la fiducia delle imprese che scende per il terzo mese consecutivo, assestandosi su 91,5 da 93,2. L’inflazione negli Stati Uniti risulta elevata (+2,3% in aprile) e potrebbe aumentare ulteriormente a causa dei dazi, mentre nell’Eurozona si attesta ad un livello leggermente inferiore (+2,2%), con previsioni di calo grazie ai ribassi dei prezzi energetici e al rafforzamento dell’euro. Questi eventi dovrebbero portare la Bce a continuare i riduzioni dei tassi, mentre la Fed potrebbe mantenere i tassi invariati a 4,50%, stimolando potenzialmente il credito per le aziende italiane, che ha mostrato una diminuzione del -1,1% annuo nel mese di marzo.
Crescita del Pil Italiano e Impatti Economici nel 2025
ROMA (ITALPRESS) – Nel primo trimestre del 2025, il prodotto interno lordo (Pil) dell’Italia ha mostrato una crescita superiore alle previsioni, registrando un aumento dello 0,3%. Questo incremento ha interrotto un lungo periodo di contrazione per il settore industriale. Tuttavia, nel secondo trimestre, l’incertezza legata ai dazi e alle decisioni variabili dell’amministrazione Trump ha contribuito a mantenere bassa la fiducia del mercato, influenzando negativamente le esportazioni e gli investimenti.
Il Centro studi di Confindustria evidenzia come le attività di crescita più modeste abbiano portato a una diminuzione dei prezzi energetici, favorendo le prospettive di un abbassamento dei tassi di interesse in Europa. A marzo, la produzione industriale è cresciuta leggermente (+0,1%), con un recupero complessivo nel primo trimestre (+0,4%) dopo cinque periodi di flessione, nonostante l’indice RTT mostri una riduzione del fatturato.
I dazi rappresentano una sfida significativa per il settore industriale, e i dati preliminari di aprile suggeriscono segnali contrastanti: il PMI indica una quasi esaurimento della contrazione (49,3 da 46,6), mentre la fiducia continua a scendere per il secondo mese consecutivo, restando su livelli critici. L’occupazione continua a crescere, sostenendo il reddito reale delle famiglie all’inizio del 2025, ma la diminuzione della fiducia a marzo e aprile potrebbe portare a un incremento nel tasso di risparmio.
Le vendite al dettaglio hanno mostrato una flessione nel primo trimestre (-0,5%), mentre l’immatricolazione di automobili ha riportato un lieve segnale di recupero (+2,7% annuo ad aprile). Gli indicatori mensili relativi agli investimenti presentano una tendenza negativa nei primi quattro mesi del 2025, con la fiducia delle aziende in calo per il terzo mese di seguito. Con un’alta inflazione negli Stati Uniti (+2,3% in aprile) e una situazione simile nell’Eurozona (+2,2%), la Bce continuerà a ridurre i tassi nel 2025, mentre la Fed potrebbe optare per un periodo di attesa. Ciò creerà opportunità di credito più favorevoli per le aziende italiane.
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