Facebook: i social possono causare malessere

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In un lungo post sul proprio blog, il social network più famoso e usato del mondo, Facebook, ammette come l’uso continuativo dei social possa fare male alla salute.

Il post

“Facebook ha sia un effetto buono che uno cattivo sulla società, ne siamo consapevoli – dicono citando alcune ricerche universitarie fatte sugli utenti e sul loro modo di comportarsi in conseguenza dell’uso dei social -.  Le persone spesso trascorrono un’enorme quantità di tempo in una fruizione passiva di informazioni, leggendo ma non interagendo in nessun modo con gli altri, e dopo che lo hanno fatto dicono di sentirsi peggio. Le ricerche fatte ipotizzano che il continuo leggere di altri, di altre vite e delle loro cose possa portare a un continuo desiderio di comparazione, alterato e accresciuto dal fatto che, tramite i post, si tende a dipingere la propria vita più bella e interessante di quanto effettivamente sia. Un altro aspetto negativo è che Facebook potrebbe allontanare le persone dall’impegno reale e umano verso gli altri”.

Tuttavia, Facebook, ci tiene a precisare come i social possano avere anche un effetto benefico sulle persone: “I social consentono di interagire con un enorme numero di persone e di creare un enorme senso di comunità con persone altrimenti lontane”.

“Non sono i social in sé a essere negativi, ma l’uso che se ne fa”. Da Palo Alto continuano: “Non abbiamo tutte le risposte, ma possiamo dire che il nostro impegno, ogni giorno, è quello di tenere unite le persone e aiutarle a stare meglio attraverso una continua interazione. Visto che i social hanno un grande ruolo nella vita delle persone, vogliamo dare una mano per migliorare il tono della conversazione”.

Il commento dell’ex manager

A tornare sull’argomento è stato di recente anche Chamarth Palihapitiya, manager di Facebook, dal 2007 al 2011.  Charmarth ha dichiarato addirittura di sentirsi colpevole per aver creato un mostro del genere, perché i social oggi giorno hanno causato una grave mancanza di “discorso civile” dando invece spazio alla disinformazione e alla falsità. Il fenomeno di cui parla Chamarth si chiama “misinformazione” ossia un’informazione erronea (“fake” e quindi falsa), che di conseguenza porta ad una mistificazione della società (e della verità). Oggi, Palihapitiya afferma di sentirsi colpevole per aver assecondato la nascita di un progetto del genere e per la sua crescita abnorme, aggiungendo poi che non si tratta solo di un problema americano e non di un solo social network, ma di un problema assolutamente globale. Chamarth, oggi CEO di Social Capital (società di Venture Capital attiva nel campo del healthcare e dell’educazione) ha deciso di dedicarsi al bene delle persone in maniera concreta e di abbandonare il mondo dei social e quindi della superficialità e falsità sociale.

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