Impianto di un pacemaker: comprendere la procedura e l’impatto sul paziente
L’impianto del pacemaker è una procedura generalmente considerata minore, che dura mediamente da 1 a 2 ore e si effettua in anestesia locale. Prima dell’intervento, è importante seguire le indicazioni del medico, che possono includere il digiuno dalla mezzanotte precedente e l’assunzione di alcuni farmaci con una piccola quantità d’acqua.
Il giorno dell’intervento, il paziente indosserà un camice ospedaliero ed eseguirà un bagno con un sapone disinfettante. Una volta in sala operatoria, si viene sistemati supini sul lettino, dove verrà somministrato un sedativo per favorire il rilassamento.
Il chirurgo praticherà poi un’incisione di pochi centimetri sotto la clavicola, solitamente sul lato sinistro del torace, e scaverà una piccola tasca sottocutanea per posizionare il generatore del pacemaker. Attraverso una vena, i conduttori verranno guidati fino al cuore utilizzando radiografie in tempo reale (fluoroscopia). Una volta verificata la corretta posizione, i leads saranno collegati al generatore.
Al termine della procedura, il corretto funzionamento del dispositivo sarà testato. Successivamente, l’incisione viene chiusa con punti di sutura e medicata. In molti casi i pazienti possono tornare a casa entro 24 ore dall’intervento, ricordando di farsi accompagnare da qualcuno che possa guidarli.
