Mumbai, piogge torrenziali e allagamenti: milioni di persone bloccate

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L’India è flagellata da giorni da piogge torrenziali che stanno devastanndo il paese. La megalopoli di Mumbai con i suoi 20 milioni di abitanti è sommersa dall’acqua. Le scuole sono chiuse; i voli aerei cancellati; i trasporti bloccati.

Quattro giorni di piogge battenti legate al monsone stagionale, con un picco nella giornata di ieri, hanno messo in ginocchio Mumbai, la capitale industriale e finanziaria indiana nello Stato centrale di Maharashtra, con milioni di persone bloccate, le comunicazioni ferroviarie, stradali ed aeree severamente limitate, e almeno 5 morti.

In vari punti di Mumbai e della sua provincia, in 12 ore sono caduti fino a 300 millimetri di acqua, che hanno provocato l’inondazione di molte vie di comunicazione con allagamenti nei quartieri di un metro di acqua nelle case al piano terra. Con oltre 21 milioni di abitanti, Mumbai è la più popolosa città indiana, e la sua rete ferroviaria trasporta ogni giorno 7 milioni di pendolari.

Crollato un edificio, si cercano 40 persone

I soccorritori stanno cercando disperatamente di liberare almeno 40 persone che sono rimaste intrappolate sotto le macerie di un edificio crollato in città. Il palazzo di quattro piani in una zona residenziale molto popolata è crollato dopo le intense precipitazioni che hanno causato la morte di 10 persone nella città.

I soccorsi

L’arcidiocesi di Mumbai (Maharashtra) ha deciso di aprire le scuole e le parrocchie per dare rifugio e accoglienza ai cittadini sfollati dall’alluvione. La decisione è stata presa ieri dal card. Oswald Gracias, l’arcivescovo, per rispondere all’emergenza umanitaria provocata dalle pesanti piogge monsoniche che da mesi sferzano tutta l’Asia del sud.

Tramite il suo ufficio, il porporato ha diramato un elenco delle strutture che rimarranno aperte giorno e notte, disseminate in ogni angolo della megalopoli.

La macchina dell’accoglienza si è attivata in ogni struttura. All’Holy Name School, di fianco l’arcivescovado, sono state alloggiate più di 45 persone, arrivate esauste dopo giorni passati all’aperto. Il centro pastorale diocesano di Bandra ha aperto le porte alle 9 di sera, e già 17 persone erano in attesa. P. Fitzgerald Fernandes riferische che “la gente ha continuato ad arrivare per tutta la notte. Una coppia proviene dal Gujarat e ha cercato rifugio qui”. A tutti quanti, riferisce l’arcidiocesi, vengono offerti pasti caldi, la colazione, vestiti asciutti, coperte e lenzuola per dormire, articoli da bagno per potersi lavare.

Chiuse scuole, uffici e aeroporti

La città è del tutto sommersa dall’acqua. L’inondazione è dovuta alle pesanti precipitazioni, ma anche alla sua posizione geografica e alla obsoleta rete di drenaggio. Tutta la città è bloccata, le scuole sono chiuse, i voli aerei cancellati. Il personale medico del King Edward Memorial Hospital è stato costretto ad evacuare il reparto pediatrico, invaso dall’acqua. Sui social media le autorità hanno anche lanciato appelli alla prudenza, invitando gli abitanti a non uscire in strada.

Il monsone sta provocando una vera crisi umanitaria in tutta la parte meridionale dell’Asia. Gli Stati più colpiti sono quelli di India, Bangladesh e Nepal, dove i dati più aggiornati parlano di almeno 1000 morti. Secondo le Nazioni Unite, in tutto sarebbero circa 41 milioni le persone colpite dal disastro naturale che si è abbattuto nella regione.

Le piogge monsoniche sono un fenomeno naturale che si verifica ogni anno. Ma in questa occasione, forse a causa degli effetti del cambiamento climatico, le precipitazioni sono state molto più abbondanti. In pochi giorni nella città indiana sono caduti 100 millimetri di pioggia. Secondo gli esperti, si tratta di un livello di guardia, che fa temere il ripetersi del disastro del 2005, quando alla fine si contarono oltre 1000 morti.

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