Nell’uomo sardo trovato Dna simile a uomini di 8 mila anni fa

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La Sardegna è uno tesoro unico per i genetisti, si è infatti scoperto che negli abitanti della Sardegna resiste  un Dna dalle radici antichissime, che aiuta a ricostruire gli spostamenti che hanno portato a popolare la Sardegna e il vecchio continente.

La popolazione sarda, infatti, per la sua particolare storia di isolamento plurimillenario, si conferma un unicum: i risultati di un recente studio mostrano che «circa l’80% dei genomi mitocondriali moderni risulta appartenere a gruppi di sequenze di Dna presenti esclusivamente in Sardegna» e risalenti a millenni fa.

Nel patrimonio genetico degli abitanti della Sardegna sono ancora presenti tracce delle popolazioni che erano arrivate dal Vicino Oriente e dall’Europa occidentale e che vivevano sull’isola prima di 12 mila anni fa. Dopo il primato degli abitanti dell’Ogliastra, in provincia di Nuoro, dove la longevità della popolazione è la più alta del pianeta, la nuova scoperta conferma l’origine «antica» dei sardi.

Lo studio, appena pubblicato sulla rivista scientifica ‘Molecular Biology and Evolution’ e condotto da un team internazionale di ricercatori coordinato da Francesco Cucca, professore di Genetica Medica dell’Università di Sassari e direttore dell’Istituto di ricerca Genetica e Biomedica (Irgb) del Cnr insieme ad Antonio Torroni, professore di Genetica dell’Università di Pavia, contribuisce dunque a fornire nuovi dettagli sull’origine genetica della popolazione sarda, ma anche sulle migrazioni preistoriche che hanno coinvolto l’intera Europa.

La ricerca si è focalizzata sull’analisi della sequenza completa del genoma contenuto in piccoli organelli della cellula chiamati mitocondri. Il genoma mitocondriale viene ereditato per via esclusivamente materna e contiene un registro dei cambiamenti della sequenza di Dna avvenuti nel tempo, che risulta estremamente utile per ricostruire avvenimenti della preistoria.

Lo studio integra sul versante dell’ereditarietà materna quanto era stato riportato in una precedente ricerca sulla popolazione sarda effettuata per via paterna sul cromosoma «Y». In particolare, i ricercatori hanno analizzato campioni di Dna mitocondriale di 3.491 sardi moderni, rappresentativi di tutte le province dell’isola, e di 21 sardi preistorici, estratti da siti archeologici datati da 4 a 6 mila anni fa.

«Si tratta della casistica più numerosa fin qui analizzata di sequenze complete di Dna mitocondriale da una singola popolazione», commenta Carlo Sidore dell’Irgb-Cnr. I dati molecolari ottenuti sono stati confrontati con un database mondiale di più di 50.000 genomi mitocondriali moderni e circa 500 antichi, con l’obiettivo di chiarire l’origine dei Sardi. I risultati hanno confermato l’unicità genetica di questa popolazione.

L’analisi molecolare ha anche permesso di calcolare da quanto tempo questi aplogruppi sono sull’isola: sono tutti datati nei periodi post-Nuragico, Nuragico e Neolitico, con una quota, piccola (circa il 3%) ma significativa, che mostra età chiaramente antecedenti all’arrivo dell’agricoltura nell’isola, circa 7.800 anni fa.

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