Ordini di servizio via WhatsApp: non ufficiali e senza sanzioni per chi non li segue.

Una docente ha espresso dubbi sulla legittimità di un ordine di servizio ricevuto via WhatsApp da un...

Il messaggio inviato dal collaboratore del dirigente, per quanto possa essere considerato un ordine, non ha valore ufficiale e non genera obblighi legittimi per il docente. Pertanto, nel caso in cui un insegnante decidesse di svolgere l’orario di lavoro regolare, non ci sarebbero presupposti per un’azione disciplinare, considerando che non sono stati rispettati i protocolli di comunicazione e non è stata seguita la procedura corretta di autorizzazione delle attività didattiche.

In sintesi, la comunicazione di un ordine di servizio tramite WhatsApp presenta delle irregolarità sia sul piano della legittimità sia su quello della formalità necessaria, rendendo impossibile per il docente incorrere in eventuali sanzioni per la sua scelta di non aderire all’ordine ricevuto.

In base alla normativa vigente e alla prassi consolidata in ambito scolastico, le istituzioni educative devono garantire che ogni comunicazione ufficiale sia effettuata in modo appropriato e tracciabile. Questo non solo protegge i diritti degli insegnanti, ma assicura anche che le decisioni prese riguardo alla didattica siano trasparenti e democratiche.

Fonti ufficiali: Gazzetta Ufficiale, MIUR – Ministero dell’Istruzione

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