Primo pacchetto moda approvato, Urso: «Tuteleremo i nostri brand con impegno»

Primo pacchetto moda approvato, Urso: «Tuteleremo i nostri brand con impegno»

Primo pacchetto moda approvato, Urso: «Tuteleremo i nostri brand con impegno»

La commissione Industria del Senato ha approvato un pacchetto di misure dedicate al settore moda, inserite nel Ddl annuale sulle piccole e medie imprese, per garantire legalità, tracciabilità e correttezza lungo tutta la filiera produttiva. Il sistema di certificazione, su base volontaria, coinvolgerà soggetti abilitati alla revisione legale che verificheranno regolarità contributiva, fiscale e giuslavoristica delle aziende, inclusi i subfornitori. Le imprese dovranno adottare modelli organizzativi per prevenire sfruttamento del lavoro. La certificazione, valida un anno e rinnovabile, sarà registrata pubblicamente e consentirà l’uso della dicitura “Filiera della moda certificata,” proteggerne la reputazione.

Via libera al nuovo sistema di certificazione per la filiera della moda italiana

ROMA (ITALPRESS) – La commissione Industria del Senato ha approvato il primo pacchetto di misure dedicate al settore della moda, inserito nel Ddl annuale sulle piccole e medie imprese. Gli emendamenti, elaborati con il supporto del ministero delle Imprese e del Made in Italy, introducono un meccanismo di certificazione della filiera produttiva. Questo sistema mira a garantire la legalità, la tracciabilità e la correttezza in materia di lavoro e legislazione sociale lungo l’intera catena produttiva.

Il ministro Adolfo Urso ha sottolineato l’importanza di queste iniziative: “La reputazione dei nostri brand, minacciata sia in Italia che all’estero, deve essere difesa con misure concrete. L’obiettivo è tutelare la moda italiana, preservandone i valori di qualità, autenticità e bellezza che contraddistinguono il Made in Italy nel mondo. È fondamentale rafforzarla anche attraverso il rispetto rigoroso della legalità”.

Gli emendamenti prevedono un sistema di certificazione volontaria, affidato a soggetti abilitati alla revisione legale, che verificherà la regolarità contributiva, fiscale e giuslavoristica lungo tutta la catena produttiva, dalle aziende capofila ai subfornitori. Un elemento di novità consiste nell’obbligo di inserire nei contratti di filiera clausole che garantiscano il rispetto delle normative anche da parte dei subfornitori. Le aziende capofila dovranno acquisire, al momento della stipula contrattuale, tutta la documentazione necessaria per attestare la regolarità contributiva e fiscale, assicurando massima trasparenza.

La certificazione avrà validità annuale ed è rinnovabile previo controllo effettuato da soggetti accreditati, anche tramite ispezioni in produzione. Per ottenere la certificazione, le imprese dovranno adottare un modello organizzativo idoneo a prevenire lo sfruttamento del lavoro in accordo con il D.Lgs. 231/2001. Il ministero delle Imprese e del Made in Italy istituirà inoltre un registro pubblico delle certificazioni. Le aziende certificate potranno utilizzare la dicitura “Filiera della moda certificata” nelle attività promozionali, con sanzioni pecuniarie da 10.000 a 50.000 euro in caso di uso improprio, applicate dall’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato.

Nuove misure per la certificazione e la trasparenza nella filiera produttiva della moda italiana

La commissione Industria del Senato ha approvato un primo pacchetto di interventi dedicati al settore moda, inseriti all’interno del Disegno di legge annuale sulle piccole e medie imprese. Questi provvedimenti, sviluppati in stretta collaborazione con il ministero delle Imprese e del Made in Italy, mirano a istituire un sistema di certificazione della filiera produttiva. L’obiettivo è garantire il rispetto delle normative legali e sociali lungo tutta la catena produttiva, promuovendo così la legalità, la tracciabilità e la correttezza sul fronte lavorativo. Il ministro Adolfo Urso ha sottolineato l’importanza di queste iniziative come strumenti concreti per tutelare l’eccellenza e la reputazione del Made in Italy a livello globale.

Il sistema di certificazione previsto sarà su base volontaria e affidato a soggetti autorizzati alla revisione legale. Questi operatori avranno il compito di verificare la regolarità contributiva, fiscale e giuslavoristica delle aziende che partecipano al processo produttivo, dalle imprese capofila fino ai subfornitori. Inoltre, verrà accertata l’assenza di condanne o sanzioni riguardanti i titolari o gli amministratori in materia di lavoro e sicurezza. Una novità rilevante consiste nell’obbligo di integrare nei contratti di filiera apposite clausole che impongano anche ai subfornitori il rispetto di queste normative. Le aziende capofila, prima della stipula contrattuale, dovranno acquisire tutta la documentazione necessaria a dimostrare la regolarità contributiva e fiscale dei partner coinvolti.

Le imprese candidate alla certificazione dovranno inoltre adottare un modello organizzativo finalizzato alla prevenzione dei reati connessi allo sfruttamento del lavoro, conformemente a quanto previsto dal Decreto Legislativo 231/2001. La validità della certificazione sarà annuale, con possibilità di rinnovo subordinata alla verifica continua da parte degli organismi accreditati, che potranno effettuare anche audit direttamente nelle sedi produttive. Per garantire ulteriormente la trasparenza, sarà istituito un registro pubblico presso il ministero delle Imprese e del Made in Italy, consultabile da chiunque.

Le aziende che otterranno il certificato potranno utilizzare la dicitura “Filiera della moda certificata” nelle proprie attività di comunicazione e promozione. L’uso improprio o non autorizzato di questa definizione sarà soggetto a sanzioni da parte dell’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato, con multe variabili da 10.000 a 50.000 euro. Questo meccanismo garantirà che solo chi rispetta appieno le norme possa valorizzare la propria qualità certificata, rafforzando così l’immagine e la competitività della moda italiana nel panorama internazionale.

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