Razzismo davanti ai bambini: quando si toccherà il fondo della società?
Secondo le statistiche, oltre il 36,5% delle discriminazioni è attribuibile ai tifosi stessi, mentre il 31,8% agli atleti. Ciò suggerisce che il problema non è limitato a frange di tifoseria, ma coinvolge anche personaggi all’interno delle stesse società sportive, creando un ambiente difficile per chi subisce queste ingiustizie.
È importante notare che una significativa porzione di episodi non viene denunciata. Molti atleti, in special modo nei campionati minori, non conoscono le modalità di denuncia, non si sentono supportati o temono ritorsioni.
La Necessità di Denuncia e Senso Civico
La reazione immediata dell’Azzurra Hockey è un passo fondamentale in un contesto in cui molte situazioni di discriminazione rimangono ignote. Se da un lato è incoraggiante che una società sportiva prenda posizione, dall’altro è essenziale che le federazioni e le istituzioni si attivino per affrontare il problema in modo sistematico.
Secondo i dati forniti dalla Federazione Italiana Sport Rotellisti, attualmente sono circa 12.000 le persone tesserate nel settore dell’hockey in pista in Italia. Questo sport è particolarmente diffuso in Lombardia, Veneto, Toscana e Piemonte, giovando della presenza costante di famiglie e bambini tra il pubblico durante le partite. Di conseguenza, eventi come quello di Novara assumono un significato ancora più grave, poiché si verificano in un contesto che dovrebbe incoraggiare valori positivi.
Il fatto che scolaresche fossero presenti alla gara amplifica ulteriormente la gravità dell’episodio. Secondo ricerche dell’Osservatorio Sport e Società, il 68% dei giovani atleti ha assistito a comportamenti discriminatori in campo sportivo. Tale cultura di normalizzazione porta i più giovani a considerare tali comportamenti come accettabili.
