Sono attesi 200mila contagi settimanali, impossibile prevedere un limite massimo

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Il testo discute della diffusione dell’influenza australiana in Italia, con casi già isolati in diverse regioni. Si evidenzia l’importanza della vaccinazione tempestiva per prevenire complicanze, considerando la contagiosità e la gravità del virus H3N2. Si sottolinea anche il rischio crescente con gli sbalzi di temperatura, che favoriscono la diffusione del virus. Vengono fornite indicazioni su come difendersi, oltre alla vaccinazione, con misure igieniche e di protezione. Si evidenzia una buona adesione alla vaccinazione antinfluenzale, ma una bassa adesione per quella anti-Covid. Si consiglia di agire prontamente per limitare la diffusione dell’influenza e proteggere le persone fragili.

La diffusione dell’influenza australiana in Italia: cosa aspettarsi e come difendersi

I primi casi di influenza australiana sono stati isolati in Piemonte e Lombardia, ma si stanno verificando segnalazioni anche nel Lazio e a Roma. Secondo il professor Massimo Andreoni, è plausibile che il virus stia circolando anche in queste regioni. Si prevedono 200mila casi a settimana a livello nazionale, con il picco di solito a fine dicembre, ma è difficile ipotizzarlo quest’anno. È importante vaccinarsi ora per proteggersi, considerando che occorrono 15 giorni per essere immunizzati dopo l’iniezione.

L’oscillazione delle temperature potrebbe favorire la diffusione del virus. Le basse temperature e le improvvisi cambiamenti possono aumentare il rischio di raffreddamento e rendere le persone più suscettibili all’infezione. Il virus H3N2, predominante in Australia, si è dimostrato molto contagioso e diffondersi rapidamente, comportando sintomi significativi.

La definizione “australiana” si riferisce al ceppo virale H3N2 che ha predominato in Australia. Questo tipo di virus ha causato un aumento delle polmoniti e complicanze gravi. Ogni anno, l’influenza porta a un numero considerevole di morti, tra 5mila e 10mila. Negli ultimi anni in Italia sono stati registrati circa 14,5 milioni di casi di sindromi influenzali, con aspettative di un aumento a causa dell’efficacia ridotta dell’immunità contro l’H3N2.

Oltre alla vaccinazione, è importante adottare misure di igiene e protezione, come il lavaggio frequente delle mani, l’uso della mascherina in ambienti affollati e il ricambio dell’aria. La collaborazione della popolazione nelle vaccinazioni è fondamentale per contrastare la diffusione del virus, con un maggior rispetto per la vaccinazione antinfluenzale rispetto a quella anti-Covid.

Diffusione dell’influenza australiana e le implicazioni in Italia

I primi casi di influenza australiana sono già stati isolati in Piemonte e Lombardia ma, spiega il professor Massimo Andreoni, direttore scientifico della Società italiana malattie infettive e tropicali e professore ordinario all’università Tor Vergata di Roma, si stanno verificando segnalazioni anche nel Lazio e a Roma. Con l’arrivo delle temperature più fredde, il virus potrebbe diffondersi più facilmente. È importante vaccinarsi subito per prevenire complicanze. La protezione inizia 15 giorni dopo la vaccinazione.

L’oscillazione delle temperature può favorire la diffusione del virus, poiché rende più facile raffreddarsi e diventare vulnerabili alle infezioni. Il virus H3N2, prevalente in Australia, è altamente contagioso e può causare sintomi gravi. Vaccinarsi e adottare misure igieniche sono fondamentali per proteggersi.

La definizione “australiana” si riferisce al ceppo H3N2, che ha causato notevoli casi di influenza e ospedalizzazioni in Australia. La vaccinazione è essenziale per prevenire polmoniti e altre complicanze. Ogni anno, l’influenza porta a un aumento dei casi di infarti e ictus, con un numero di morti tra 5mila e 10mila in Italia.

Le previsioni per quest’anno indicano un aumento delle sindromi influenzali a causa del ceppo H3N2. È importante adottare misure preventive come il lavaggio delle mani, l’uso della mascherina e il ricambio d’aria. La vaccinazione è cruciale, soprattutto per le persone fragili. La partecipazione alla campagna vaccinale è buona per l’influenza, ma più bassa per il Covid.

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