Voci indigene: dall COP30 allo Sri Lanka, protagonisti di clima e sovranità alimentare.
Proteste indigene e giustizia climatica a COP30
Le recenti proteste delle comunità indigene durante la Conferenza ONU sul Cambiamento Climatico (COP30) in Brasile hanno richiamato l’attenzione su doveri globali riguardanti la giustizia climatica, richiedendo diritti territoriali, protezione delle foreste e una cessazione delle industrie estrattive. Tali temi trovano una forte risonanza anche nei dibattiti del Forum Mondiale sulla Sovranità Alimentare Nyéléni, tenutosi quest’agosto in Sri Lanka. Questo terzo Forum Nyéléni ha unito oltre mille produttori alimentari e comunità indigene, sottolineando che gli impatti climatici nel paese – tra cui piogge irregolari e disastri costieri – sono aggravati da espropri, agricoltura industriale e diritti comunitari deboli.
Il forum si è chiuso con una chiamata collettiva: la Dichiarazione di Kandy, che rifiuta soluzioni climatiche basate sul mercato come i crediti di carbonio, promuovendo invece l’agroecologia, il controllo comunitario delle terre e dei semi e una governance guidata dalle persone come elementi essenziali per la resilienza climatica e la sovranità alimentare. I legami tra le proteste indigene in Brasile e il forum in Sri Lanka rivelano un movimento globale crescente, enfatizzando che la stabilità climatica dipende dalla protezione dei diritti, delle conoscenze e dei territori delle comunità che difendono la biodiversità e producono gran parte del cibo del mondo.
