Biotestamento, Camera dice sì: paziente potrà abbandonare le terapie

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Il paziente avrà il il diritto di abbandonare le terapie. Lo ha stabilito l’Aula della Camera, approvando un emendamento della commissione Affari sociali. Emendamento che sopprime il comma 6 dell’articolo 1 della proposta di legge sul testamento biologico.

Cosa prevede

La Camera ha dato il via libera all’articolo 1 della proposta di legge sul testamento biologico. L’articolo rappresenta uno dei capisaldi dell’intero provvedimento e disciplina il consenso informato. Prevede che il paziente può rifiutare anche l’idratazione e la nutrizione artificiali.

Esonera il medico da ogni responsabilità derivante dalla scelta del paziente di non sottoporsi a terapie. Ma riconosce allo stesso la possibilità di essere obiettore di coscienza e, quindi, di rifiutarsi ad esempio di staccare la spina. L’articolo è stato approvato a larga maggioranza: 326 i voti favorevoli.

«Il medico – recita l’emendamento approvato – è tenuto a rispettare la volontà espressa dal paziente di rifiutare il trattamento sanitario o di rinunciare al medesimo e, in conseguenza di ciò, è esente da responsabilità civile o penale. Il paziente non può esigere trattamenti sanitari contrari a norme di legge, alla deontologia professionale o alle buone pratiche clinico assistenziali».

La relatrice Donata Lenzi (Pd) ne ha spiegato la ratio, ammettendo che l’emendamento era stato uno dei più discussi e sulla quale la commissione non era riuscita a trovare un punto di incontro. «Staccarè un paziente da una macchina – ha detto – richiede al medico un comportamento attivo, qualcosa che va oltre l’astensione».

«Con questa norma, se il medico ritiene che una certa decisione vada contro le sue convinzioni, allora il medico può dire ‘mi astengò e, come stabilisce il codice deontologico, deve continuare a farsi carico delle cure del paziente, fino a che non arrivi un collega a sostituirlo. Non possiamo puntare il fucile alla tempia del medico e imporgli di staccare il paziente dalla macchina».

I casi di eutanasia in Svizzera

Il ddl è molto attualità dopo i casi di eutanasia assistita in Svizzera da parte di cittadini italiani aiutati da dirigenti dell’Associazione Coscioni.

Nella maggioranza è emersa la contrarietà dei deputati di Ap (tranne l’ex socialista Fabrizio Cicchitto, favorevole anche al suicidio assistito). Perplessi anche alcuni cattolici del Pd. Ma il disegno di legge potrebbe passare con i voti dei cinque stelle. Restano ancora da votare un centinaio di emendamenti, anche se i tempi per intervenire stanno per esaurirsi.

Il ddl, di 5 articoli, prevede che per depositare le proprie disposizioni sul fine vita ci si dovrà rivolgere a un notaio o pubblico ufficiale. Sarà possibile farlo anche davanti a un medico del Servizio sanitario nazionale. Le volontà sono sempre revocabili ed ognuno potrà disporre il rifiuto dei trattamenti sanitari, incluse la nutrizione e l’idratazione artificiali.

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