Corea del Nord, nuovo lancio di raffica di missili anti-nave

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Niente e nessuno arresta Kim Jong-un. La Corea del Nord ha effettuato  un nuovo lancio multiplo di missili all’indomani della decisione di Seul di bloccare i lavori per l’installazione del sistema antimissile americano Thaad.

Raffica di missili

Una raffica di missili sono partiti dalla città di Wonsan, sulla costa orientale, volando per circa 200 chilometri in direzione del Mar del Giappone. Si tratta del quarto lancio in un mese e il decimo dell’inizio dell’anno. La nuova provocazione a meno di una settimana dal via libera del Consiglio di sicurezza dell’Onu a nuove sanzioni contro Pyongyang e a meno di un mese dall’insediamento del nuovo presidente sudcoreano, Moon Jae-in, leader del partito democratico pronto a fare la pace con la Corea del Nord.

Raggiungere gli Stati Uniti

Quello che sta cercando di fare il leader nordcoreano Kim Jong-un è quello di sviluppare un missile balistico intercontinentale (Icbm) in grado di raggiungere gli Stati Uniti. Nei tre precedenti test dell’ultimo mese, la Corea del Nord aveva utilizzato due missili a medio e lungo raggio ed un missile a corto raggio Scud, sviluppato dall’Unione sovietica durante la Guerra Fredda. Questa volta si è trattato di missili terra-acqua, minaccia alle numerose portaerei Usa presenti in prossimità della Corea del Nord.

I missili anti-nave rappresentano un segnale alla US Navy, che in queste settimane ha effettuato manovre con due portaerei di fronte alle coste della penisola coreana.

Quasi cento lanci di missili in cinque anni

In poco più di cinque anni di «regno» (è al potere dal dicembre 2011), Kim Jong-un ha ordinato più test missilistici del padre e del nonno insieme: 89 secondo i calcoli dell’intelligence sudcoreana e americana. Il giovane leader ha esultato anche per due test nucleari e ha come obiettivo finale dichiarato la messa a punto di un missile intercontinentale con testata atomica capace di colpire una città degli Stati Uniti. Secondo gli esperti di Washington potrebbe riuscirci «prima della fine del mandato del presidente Trump», vale a dire entro il gennaio del 2021. Ma in queste settimane è evidente l’accelerazione dei piani.

 

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