Corte europea condanna l’Italia per i fatti di Bolzaneto: fu tortura

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Le forze dell’ordine a Bolzaneto nei giorni del G8 del 2001 si sono macchiate di atti di tortura. La Corte europea dei diritti umani per questo ha condannato l’Italia, e perché lo Stato non ha condotto un’indagine efficace. Nella stessa sentenza l’Italia è stata condannata anche perchè alcuni agenti di polizia penitenziaria di Asti nel 2004 hanno torturato due detenuti, Andrea Cirino e Claudio Renne.

Risarcimenti per le vittime

Parti civili una quindicina di persone di 8 diverse nazionalità, riconosciute come vittime di torture da parte delle forze dell’ordine durante i giorni del G8 a Genova, nel luglio del 2001. Si tratta in particolare di persone che furono rinchiuse fra il 20 e il 22 luglio nel carcere di Bolzaneto. I giudici hanno riconosciuto ai ricorrenti il diritto a ricevere tra 10mila e 85mila euro a testa per i danni morali.

Nella caserma di Genova Bolzaneto vennero condotti i circa 240 fermati durante i disordini del G8 del luglio 2001. I testimoni riferirono di insulti, maltrattamenti, percosse, violenze fisiche e psicologiche da parte delle forze di polizia. La Cassazione ha condannato in via definitiva 7 persone e ha ammesso il risarcimento per danni delle vittime nonostante fosse intervenuta la prescrizione per molti dei fatti contestati.

La stessa sentenza aveva riconosciuto che in quei giorni nella caserma di Bolzaneto c’era stata una grave violazione dei diritti umani e una «sospensione dello stato di diritto». Un rapporto di Amnesty International chiarì che la cancellazione dei reati non sarebbe arrivata se l’Italia avesse adottato il reato di tortura, come previsto dalla Convenzione Onu del 1984.

 

 

Il processo

Il processo in Cassazione per le violenze di Bolzaneto si era concluso, nel giugno 2013, con sette condanne e quattro assoluzioni. Per una decina di imputati erano scattate la prescrizione in sede penale ma non in quella civile: tra questi anche i medici che torturarono i pazienti detenuti. La quinta sezione penale della Corte aveva assolto Oronzo Doria, all’epoca colonnello del corpo degli agenti di custodia, e gli agenti Franco, Trascio e Talu. Erano invece state confermate le 7 condanne che erano state inflitte dalla Corte d’Appello di Genova il 5 marzo 2010 nei confronti dell’assistente capo di Pubblica sicurezza Luigi Pigozzi (3 anni e 2 mesi) – che divaricò le dita della mano di un detenuto fino a strappargli la carne – degli agenti di polizia penitenziaria Marcello Mulas e Michele Colucci Sabia (1 anno) e del medico Sonia Sciandra.

 

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