Brexit, alle 12:30 inizia la trattativa: Scozia chiede referendum

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La Gran Bretagna si avvia ad uscire dall’Unione europea. Alle 12,30 di oggi, inizieranno le trattative con Bruxelles. “È un momento storico, uno dei più importanti nelle recente storia del Regno Unito”, così la premier britannica Theresa May ha definito l’annuncio formale che farà oggi sull’avvio della Brexit e delle trattative con Bruxelles.

Il fine, ha aggiunto il primo ministro, è quello di creare una “relazione profonda e speciale” con l’Europa.

È arrivato, il giorno ‘X’ della Brexit. Il Regno Unito, a 44 anni dal suo ingresso nell’allora Comunità economica europea, procede all’attivazione dell’articolo 50 del Trattato di Lisbona e da lì si aprono i negoziati per lo storico ‘divorzio’ da Bruxelles.

Un biennio di negoziati con l’Ue che s’annunciano problematici, carichi d’insidie e incognite. La sfida più difficile sarà quella del territorio del nord, dove la maggioranza è anti-Brexit e dove la first minister, Nicola Sturgeon, è tornata a soffiare sulla secessione scozzese.

Il nodo della Scozia

Oggi il parlamento locale d’Edimburgo è chiamato a votare sulla richiesta di un referendum bis sull’indipendenza: voto che si scontra col “no” preventivo di Londra, secondo cui se ne potrà riparlare magari fra una mezza dozzina d’anni, e che nondimeno resta all’ordine del giorno dopo il rinvio d’una settimana fa sull’onda dello shock per l’attacco terroristico solitario di Westminster.

“Non è ora il tempo” di una nuova consultazione sul futuro della Scozia, ha insistito lady Theresa, non è il tempo di un regno “indebolito o diviso”. Al contrario, ha affermato, la Brexit può essere un’occasione per “rafforzare l’unione fra le nazioni” britanniche (l’Inghilterra e la Scozia, ma pure il Galles e quell’Irlanda del Nord alle prese in questi giorni con nuove tensioni fra repubblicani anti-brexiter e unionisti allineati).

Il braccio di ferro sul referendum è destinato a proseguire. Edimburgo è pronta a usare ogni arma politica e di pressione per cercare di tornare alle urne, dopo lo smacco subito dagli indipendentisti nel 2014, prima che la partita con l’Ue si chiuda una volta per tutte e la Scozia sia trascinata nella Brexit.

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