Emergenza idrica a Istanbul e Smirne: ecco perché non si usa la dissalazione.

Emergenza idrica a Istanbul e Smirne: ecco perché non si usa la dissalazione.

Emergenza idrica a Istanbul e Smirne: ecco perché non si usa la dissalazione.

Pubblicato il 10/11/2025 – 6:45 CET

La crisi idrica in Turchia: una situazione allarmante

La Turchia sta vivendo una delle crisi idriche più gravi degli ultimi decenni. A Istanbul, il livello delle dighe, vitali per rifornire la metropoli, è crollato dal 66% di giugno a poco oltre il 21% a novembre. Alcuni bacini risultano ormai quasi completamente asciutti.

La situazione si aggrava a Smirne, dove l’acqua nelle dighe è scesa sotto livelli critici e le riserve sotterranee, tradizionalmente utilizzate come risorsa di emergenza, sono esaurite. Doğan Yaşar, docente dell’Università Dokuz Eylül, sottolinea: “A differenza di Istanbul o Bursa, noi non abbiamo più acqua di riserva”.

Attualmente, la Turchia si trova nella categoria degli Stati “sotto stress idrico”. Il volume di acqua dolce disponibile per abitante oscilla tra i 1.300 e i 1.400 metri cubi all’anno. Con il continuare di questa tendenza, gli esperti avvertono che il Paese potrebbe essere classificato come “povero d’acqua” entro il 2050. La causa principale è da ricercarsi nella crisi climatica, che causa meno precipitazioni, temperature elevate e periodi di siccità prolungati, in particolare nella regione mediterranea. Allo stesso tempo, l’aumento della popolazione e lo sfruttamento intensivo dell’acqua da parte dei settori agricolo e industriale contribuiscono al problema.

Sostenibilità in agricoltura: un imperativo urgente

L’agricoltura rappresenta il settore più vorace in termini di consumo idrico, assorbendo fino al 70% delle risorse disponibili. Spesso, si utilizzano sistemi di irrigazione obsoleti che causano uno spreco significativo. Inoltre, in diverse zone del Paese, vengono coltivati prodotti che richiedono elevate quantità di acqua, come cotone e mais, anche in regioni aride.

Le critiche rivolte all’industria non si fermano qui. Crescono le proteste contro le miniere d’oro e le centrali termoelettriche, accusate di utilizzare enormi quantità d’acqua e di contaminare le falde acquifere attraverso pratiche chimiche dannose, quale il trattamento con cianuro.

Le soluzioni non mancano. In agricoltura, l’implementazione di metodi più efficienti, come l’irrigazione a goccia e l’uso di tecnologie intelligenti, potrebbe ridurre il consumo idrico dal 20% al 50%. In alcune aree aride, si stanno testando reti in grado di catturare l’acqua dalla nebbia e dall’umidità atmosferica.

Secondo il climatologo Peter Gleick, “l’innovazione nell’irrigazione può fare una grande differenza, ma è fondamentale anche un cambiamento culturale rispetto al consumo dell’acqua”.

Desalinizzazione e gestione delle risorse idriche

Un altro tema scottante riguarda la desalinizzazione dell’acqua di mare, già adottata in Paesi come Israele e negli Emirati Arabi Uniti. Questa tecnologia, sebbene promettente, presenta elevati costi e un impatto ambientale significativo, generando grandi quantità di salamoia, un residuo altamente salino che può compromettere gli ecosistemi marini.

Gli esperti sostengono che non è sufficiente puntare solo sul risparmio domestico. È necessaria una riforma strutturale, che includa la modernizzazione delle pratiche agricole, una gestione più efficiente delle risorse e una riduzione dell’impatto industriale. “La desalinizzazione è una risposta strategica, ma non può essere l’unico fondamento della gestione idrica”, afferma Gleick, aggiungendo che la transizione verso un uso più intelligente e sostenibile dell’acqua è fondamentale per prevenire una crisi irreversibile.

Fronti di azione più ampi sono essenziali, e le politiche governative devono affrontare il problema con serietà. Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, l’accesso all’acqua potabile è un diritto umano fondamentale; se la Turchia non agirà, la crisi idrica potrebbe avere ripercussioni devastanti sia per la popolazione che per l’economia.

In sintesi, la Turchia si trova di fronte a sfide notevoli legate alla gestione delle risorse idriche. È fondamentale che si sviluppino politiche adeguate per garantire che l’acqua rimanga una risorsa collaborativa e sostenibile. La crisi idrica non aspetta, e ogni azione tempestiva è cruciale per il futuro del Paese e della sua popolazione.

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