Fondi PNRR: hanno veramente ridotto la dispersione scolastica? I dati sollevano interrogativi.
Alla luce di questa situazione, ci si interroga sulle ragioni profonde per cui i miglioramenti non siano visibili. Secondo Prodi, ci sono diverse possibili cause:
- I monitoraggi sono cambiati nel tempo, riducendo la valutazione degli interventi al semplice conteggio delle certificazioni di completamento.
- Le attività di mentoring non erano obbligatorie, limitandone l’efficacia, poiché solo alcuni studenti hanno partecipato.
- Il tempo a disposizione era insufficiente per consolidare i percorsi, caratterizzati spesso da scadenze serrate.
- Le procedure burocratiche pesanti hanno distolto le scuole dalla focalizzazione sulla qualità degli interventi.
Prodi sottolinea che, con investimenti così cospicui, è fondamentale verificare l’efficacia e la riuscita del PNRR. Non si tratta solo di misurare la spesa, ma di valutare i reali impatti delle azioni intraprese, concentrandosi in particolare sugli studenti più vulnerabili.
Per un’analisi approfondita, Prodi suggerisce l’introduzione di:
- Indicatori specifici per monitorare il disagio sociale e cognitivo.
- Indagini longitudinali per seguire il progresso degli studenti nel tempo.
- Confronti tra scuole che hanno implementato strategie diverse.
- Pubblicazione chiara dei risultati per arricchire il dibattito sulle politiche educative.
Oggi, le scuole affrontano difficoltà nel completare formalmente i progetti e il dibattito pubblico sull’istruzione rimane spesso ancorato a dichiarazioni di nuove riforme, lontane dalle evidenze raccolte durante l’attuazione del PNRR.
Fonti ufficiali:
Lavoce.info
INVALSI
Ministero dell’Istruzione e del Merito
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