Gegè Di Giacomo: il leggendario batterista che è stato la spalla di Renato Carosone ed è considerato il precursore di tutti i batteristi moderni.

Gegè Di Giacomo: il leggendario batterista che è stato la spalla di Renato Carosone ed è considerato il precursore di tutti i batteristi moderni.

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La fama di Gegè Di Giacomo è strettamente legata alla sua collaborazione con Renato Carosone, uno dei più grandi maestri della musica italiana in tutto il mondo. Gegè Di Giacomo, che è parente di Salvatore Di Gi Giacomo, è stata uno dei membri del Trio Carosone insieme a Renato Carosone e Peter Van Wood, con cui ha registrato diversi dischi e canzoni di grande successo. Non era solo la spalla di Renato Carosone, ma anche considerato un precursore di tutti i batteristi moderni. Gegè e Renato erano uniti da una grande passione per la musica, una passione che Gegè ha coltivato fin da quando era bambino e ha iniziato a suonare insieme al fratello Pino. In seguito ha iniziato a lavorare al cinema Sansone, esibendosi con le colonne sonore di alcuni film come “La grande parata”.

In seguito ha collaborato con varie orchestre, tra cui quelle di Gino Campese, Nello Segurini, Armando Del Cupola e Gino Conte. Il punto di svolta è arrivato nel 1949, quando è stato scelto da Renato Carosone insieme al chitarrista olandese Peter Van Wood per formare il Trio Carosone.

Gegè Di Giacomo ha goduto di un grande successo grazie a brani come “Music music music” suonata da Renato Carosone e Gegè Di Giacomo e cantata da Peter Van Wood. Tuttavia, nonostante il successo, quando Carosone ha lasciato la scena, Di Giacomo ha deciso di intraprendere una carriera solista, partecipando a diverse edizioni del Festival di Napoli. Purtroppo, la sua carriera solista non è stata altrettanto brillante.

Nonostante ciò, Gegè Di Giacomo è rimasto legato a Renato Carosone da un profondo legame di amicizia. In una dichiarazione al giornale La Repubblica, Gegè ha affermato: “siamo rimasti amici anche quando non abbiamo più suonato insieme”. Ha continuato ad essere vicino a Carosone durante la malattia e ha avuto modo di parlargli anche pochi giorni prima della sua morte. In definitiva, Carosone ha vinto la battaglia del tempo, con la sua grandezza riconosciuta e apprezzata da giovani e anziani, aristocratici e popolani.

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