Incidente bus in Catalogna, secondo stop all’inchiesta contro autista

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Una storia senza fine, dopo la prima archiviazione arriva la seconda. Si tratta  dell’inchiesta sull’incidente del 20 marzo 2016 durante il quale persero la vita tredici studentesse che erano in Erasmus in Spagna. Tra le vittime c’erano anche sette italiane.

Archiviata l’inchiesta contro l’autista

Un giudice di istruzione del tribunale di Amposta, in Catalogna, ha di nuovo archiviato la causa contro l’autista che era alla guida del bus ritenendo che non ci siano indizi sufficienti per accusare l’autista sotto il profilo penale e rinvia le parti a una eventuale causa civile.

Già una volta il gip incaricato aveva archiviato l’inchiesta, ritenendo, senza averlo interrogato, che l’autista non aveva “alcuna responsabilità così grave da essere punita penalmente”. La polizia regionale dei Mossos d’Esquadra ha sempre ritenuto che la causa dell’incidente fosse stato un colpo di sonno dell’uomo che era alla guida.  La decisione aveva provocato reazioni indignate delle famiglie delle vittime, che avevano chiesto e ottenuto una riapertura dell’inchiesta, affidata a un nuovo gip.

Le vittime

Nell’incidente di Freginals erano morte le studentesse italiane Elisa Valent, Valentina Gallo, Elena Maestrini, Lucrezia Borghi, Elisa Scarascia Mugnozza, Serena Saracino e Francesca Bonello. L’uomo alla guida ha dichiarato che aveva riposato sufficientemente durante la breve sosta a Valencia, che non si era addormentato al volante e che era in condizioni idonee alla guida, sostenendo che l’incidente era stato causato dalla pioggia. L’uomo era indagato per 13 presunti omicidi per imprudenza.

“Consiglio ai genitori di non mandare i propri figli in Spagna e ai turisti di scegliere un’altra meta per i propri viaggi – è la reazione di Alessandro Saracino, padre di Serena, una delle vittime – Perché sembra che nessuno sia responsabile di ciò che accade sulle loro strade. Ora aspettiamo di capire il perché di questa decisione”.

 

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