Indigenous delegates gear up for COP30, emphasizing justice, land rights, and financial equity.
COP30: Un’importante Rappresentanza degli Indigeni
Il COP30 della U.N. sul clima si svolgerà dal 10 al 21 novembre 2025 a Belém, Brasile, e si prevede che vedrà la maggior partecipazione di popoli indigeni nella storia delle conferenze. Con oltre 3.000 delegati indigeni registrati, questa edizione potrebbe rappresentare un punto di svolta significativo per la rappresentanza delle loro esigenze e diritti.
Mongabay ha parlato con alcuni delegati provenienti da America Latina, Africa, Asia e Pacifico per conoscere le loro aspettative di fronte a questo evento cruciale. Essi richiedono il riconoscimento delle terre indigene come parte delle soluzioni climatiche, una transizione energetica giusta, protezione per i difensori delle foreste e impegni finanziari per destinare almeno il 20% dei fondi di conservazione forestale alle comunità locali e indigene.
Le Aspettative per il COP30
Dinaman Tuxá, coordinatore esecutivo dell’Articolazione dei Popoli Indigeni del Brasile (APIB), ha sottolineato l’importanza di porre i diritti dei popoli indigeni al centro delle discussioni. “Vogliamo che la demarcazione delle terre indigene venga riconosciuta come uno strumento di mitigazione del cambiamento climatico”, ha affermato. In vista della conferenza, molti paesi hanno già fatto importanti impegni a favore dei diritti fondiari, promettendo di riconoscere 160 milioni di ettari di terre e di versare 1,8 miliardi di dollari a favore delle comunità indigene, locali e afro-discendenti.
Tuttavia, la partecipazione di molti delegati è a rischio a causa dei costi elevati per l’alloggio a Belém. Gideon Sanago, leader Maasai, ha espresso preoccupazione per i problemi di registrazione e le difficoltà di accesso. Le delegazioni di 149 paesi sono state confermate, ma molti leader di Tanzania hanno dichiarato di non essere ottimisti riguardo alla loro partecipazione.
