Isis, i servizi segreti avvertono: possibili attacchi chimici con i droni

Isis, i servizi segreti avvertono: possibili attacchi chimici con i droni

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La minaccia di un attacco in Italia da parte dell’Isis sembra sempre più reale, ma quello che spaventa sono le modalità. Sembra infatti che: «È stata segnalata la possibilità del compimento di un attacco terroristico in Italia, di matrice islamista, contro obiettivi civili, tra il 2 gennaio ed il 6 gennaio, anche con l’utilizzo di droni e/o mezzi di trasporto o autovetture già oggetto di furto».

Con queste parole in un documento del primo gennaio la Questura di Venezia ha messo in guardia da un imminente attentato jihadista nel nostro Paese.

Alla base di tanta preoccupazione c’è la consapevolezza di come Stato Islamico stia lavorando da anni allo sviluppo di entrambe le tecnologie. Le armi chimiche sono un vecchio pallino dei jihadisti e i primi tentativi di utilizzarle o inserirle in un’ ordigno sparabile con mortai o lancia-razzi risalgono ai tempi del regime talebano in Afghanistan.

Un drone dell’Isis armato di ordigni chimici sarebbe stata presa in considerazione dai servizi di sicurezza europei. Infatti gli appunti contenuti nel computer di Salah Abdeslam, il capo del commando terrorista responsabile delle stragi di Parigi del 13 novembre 2015, contenevano accenni all’utilizzo di ordigni chimici montati sulla pancia di velivoli telecomandati.

Il Comitato di Analisi Strategica Antiterrorismo di cui fanno parte i vertici operativi delle forze di polizia e dei servizi segreti, riunitosi il 2 gennaio al Viminale e presieduto dal ministro dell’Interno, Marco Minniti, prima della sua partenza per Tunisia e Libia e del suo arrivo a Malta, presidente di turno della Ue, previstop per domani. La segnalazione del Mossad sui droni si aggiunge a quella di due cellule operative entrate in Italia, via mare dalla Puglia, in ottobre e sulla cui cattura stanno lavorando anche i servizi segreti stranieri.

L’obiettivo sarebbe Roma perché è la Capitale e perché c’è il Vaticano. Il possibile uso di esplosivo per un attentato è stato analizzato dal C.A.S.A. anche in seguito al furto di due taxi, rubati insieme nel parcheggio sotterraneo del centro commerciale Porta di Roma a metà dicembre. I taxi non danno nell’occhio e possono entrare anche nel centro storico. Gli accertamenti di routine sui proprietari dei taxi e le telecamere di sicurezza del parcheggio non sono state utili per le indagini e le auto sono sparite nel nulla aumentando i rischi per la sicurezza.

Una ulteriore conferma, come riportato dall’HuffingtonPost, è arrivata anche dal Mossad: gli 007 israeliani avrebbero segnalato alcuni droni in ingresso in Italia via mare, modificati appositamente in modo da essere armati. Per questo ai poliziotti italiani è stato chiesto di «mantenere un elevatissimo e costante livello di attenzione nello svolgimento dei servizi» e di realizzare un «accurato controllo delle persone che, in luogo pubblico, risultino in possesso di droni».

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