Proteste e cortei in 40 città: il Ministero tace sul Consiglio di Stato.
Proteste contro le nuove Indicazioni nazionali per la scuola
Il 18 ottobre si svolgeranno manifestazioni in diverse città italiane contro il progetto del Ministro dell’Istruzione, Giuseppe Valditara, che prevede la riscrittura delle Indicazioni nazionali per il primo ciclo di istruzione. Questa iniziativa ha suscitato forti preoccupazioni tra numerose sigle sindacali e associazioni, unite nel richiedere una riflessione critica e un confronto autentico sul futuro dell’istruzione.
Tra i gruppi più attivi spicca la Flc-Cgil, che da tempo collabora con altre 25 associazioni professionali attraverso il Tavolo per la Scuola democratica. L’obiettivo è contrastare le indicazioni nazionali progettate per la scuola dell’infanzia e il primo ciclo d’istruzione, ritenute anacronistiche e poco inclusive. La sindacalista Gianna Fracassi ha sottolineato quanto questo nuovo approccio possa risultare dannoso per il sistema educativo, promuovendo una visione di scuola che rischia di essere identitaria e classista.
“Le nuove Indicazioni nazionali”, afferma Fracassi, “sono il prodotto di un processo decisionale che ha ignorato il parere di chi opera ogni giorno nel settore educativo. Esse presentano un approccio sovranista e etnocentrico, senza alcun riguardo per l’educazione interculturale, fondamentale nella nostra società moderna”.
Mobilitazione in tutto il Paese
La protesta coinvolgerà molte piazze, da nord a sud, con un ampio schieramento di associazioni che da tempo si battono per un’istruzione equa. Tra di esse troviamo l’MCE (Movimento di Cooperazione Educativa), il CIDI (Centro di Iniziativa Democratica degli Insegnanti), l’Andis, Cemea, Proteo Fare Sapere, CESP e la Fondazione Don Lorenzo Milani. A Roma, il presidio si terrà in viale Trastevere, davanti al Ministero dell’Istruzione e del Merito, a partire dalle ore 10.
Le associazioni promotrici dell’iniziativa hanno dichiarato: “Chiediamo la tutela della scuola della Costituzione, puntando su eguaglianza e inclusione. Vogliamo un’educazione che garantisca il diritto ad apprendere lungo tutto l’arco della vita e che insegni a pensare criticamente, piuttosto che a obbedire”.
