Sofia, uccisa da stesso parassita degl’altri bimbi: giallo su contagio

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Il parassita che ha ucciso Sofia ha un  nome, si chiama  plasmodium falciparum, è il più aggressivo tra i parassiti della malaria è quello che dal sangue attacca direttamente le cellule del cervello es è lo stesso riscontrato nei due bimbi ricoverati. Lo plasmodium aveva infettato una intera famiglia di immigrati, tornati in Italia dopo le vacanze in Burkina Faso.

Non può trattarsi di una semplice coincidenza  la certezza definitiva che il contagio è avvenuto in ospedale potrebbe venire dalle analisi dei vetrini inviati dai due ospedali all’istituto superiore di sanità. Ma in che modo la malattia sia potuta passare nelle vene della bambina trentina continua a essere del tutto inspiegabile.

Le inchieste per far luce sul contagio

Due inchieste giudiziarie, una del ministero. Omicidio colposo, è il reato previsto da entrambi i fascicoli. Oggi è prevista l’autopsia sul corpo della piccola e il dissequestrato per poterlo seppellire. Anche i genitori, Marco e Francesca, vogliono sapere la verità. Ma chi li ha visti in queste ore li racconta lontani anni luce dalla querelle furibonda scatenata intorno al dramma che li ha colpiti. Vogliono sapere perché, voglio capire in che modo una malattia sparita dall’Italia abbia portato via Sofia.

Sofia è spirata alle 12,15 di lunedì, e Trento, dove la piccola abitava e dove era stata ricoverata a due riprese: dal 16 al 21 agosto, e poi il 2 settembre, quando la febbre era tornata a scuoterla. Certo, se si scoprisse che i ceppi di Sofia e della famiglia straniera sono diversi, entrambe le inchieste andrebbero verso o stop: perché a quel punto l’unica spiegazione resterebbe quella del contagio di Sofia da parte di una zanzara anofele di nuova specie, in grado di portare nell’Italia surriscaldata parassiti che finora vivevano solo in Africa. Uno scenario allarmante, ma che escluderebbe responsabilità penali.

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