Venezuela alla resa dei conti contro Maduro: già più di 100 morti

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Si infiammano le proteste in Venezuela. L’opposizione venezuelana ha lanciato una nuova ondata di proteste contro la nascita dell’Assemblea costituente e il presidente Maduro ha scelto la strada dell’intransigenza annunciando che sono proibite tutte le manifestazioni. Chi trasgredisce il divieto rischia, se arrestato, condanne tra i cinque e i dieci anni di carcere.

Molte vittime negli scontri

Mentre il governo vieta, l’opposizione conferma per oggi la cosiddetta “presa di Caracas” con barricate e blocchi stradali che nell’intenzione della Mud, la coalizione dei movimenti dell’opposizione, devono estendersi per tutta la capitale.

Un ragazzo di 16 anni ferito a Caracas, un 28 enne e un 20enne raggiunti da uno sparo al torace sono morti nelle ore scorse, portando a sette il numero delle persone uccise durante lo sciopero nazionale di 48 ore convocato dall’opposizione contro la riforma costituzionale promossa da Nicolas Maduro.

La situazione sembra stia degenerando verso una guerra civile tanto che nella notte l’ambasciata americana ha richiamato in patria tutti i familiari della sua missione diplomatica a Caracas. Nel corso dei due giorni di sciopero generale proclamato dall’opposizione ci sono già state quattro vittime, due uomini nello Stato di Merida e due adolescenti a Caracas, mentre agenti della polizia bolivariana insieme ai “colectivos”, i paramilitari del regime, hanno approfittato del caos per saccheggiare un supermercato nel centro della capitale. Ovunque barricate, pestaggi, feriti.

Dall’inizio di aprile, quando per il tentativo di esautorare il Parlamento, in mano all’opposizione dopo le elezioni del dicembre 2015, è iniziata questa lunga stagione di proteste le vittime sono state più di cento. Ieri, un personaggio simbolico come il giovane violinista, 23 anni, Wuilly Arteaga è stato arrestato. Arteaga da mesi partecipa alle marce di protesta e suona l’inno nazionale venezuelano. Prima la polizia gli ha spaccato in due il violino, ma uno nuovo glielo ha regalato Shakira. Poi gli hanno sparato un proiettile di gomma in faccia. Ieri lo hanno arrestato.

La nuova assemblea costituente

Lo scopo principale dell’opposizione è far fallire l’appuntamento di domenica per il voto della nuova assemblea costituente perché considera la proposta di Maduro soltanto una truffa per evitare elezioni presidenziali, parlamentari e regionali che, con molte probabilità, perderebbe. Il sistema scelto per votare l’assemblea costituente è stato giudicato incostituzionale anche dal procuratore generale dello Stato, Luisa Ortega Diaz. Almeno per due ragioni: un terzo dell’assemblea deve essere eletto dalle corporazioni, come i fasci di mussoliniana memoria, mentre i restanti dai municipi con il problema però che sia un piccolo comune di campagna come quello di una grande città eleggono solo un rappresentante. Inoltre, secondo la Costituzione vigente, che è quella scritta da Hugo Chávez all’alba del Duemila, una nuova Costituente può essere convocata da un referendum degli elettori, non dal presidente come in questo caso.

Sanzioni contro Maduro

Nonostante le proteste, anche internazionali, sia l’Europa che gli Stati Uniti minacciano sanzioni contro Maduro. Le compagnie aeree che raggiungono Caracas si possono contare sulle dita di una mano dopo che, ieri, anche Avianca (Colombia) e Delta Airlines (Stati Uniti) hanno annunciato che interromperanno i voli da e per la capitale venezuelana. Alla crisi politica si accompagna la crisi economicao. Nel corso del 2016 il Pil del Venezuela ha subito una recessione del 13,5%, un altro -5% è previsto per l’anno in corso mentre aumenta la carestia dei principali prodotti alimentari, mancano le medicine di prima necessità e l’iperinflazione supera il 1000%.

Il Tavolo dell’Unità Democratica (Mud, nella sua sigla in spagnolo), composto dai partiti dell’opposizione al governo di Nicolas Maduro, ha comunque confermato la convocazione di una manifestazione di massa in tutto il Paese, malgrado il divieto dell’esecutivo.

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