Americana uccisa a Firenze, 30 anni di carcere per il suo assassino

Ashley Olsen, 35enne statunitense, è stata trovata senza vita nella sua casa di Firenze il 9 gennaio scorso. Per il suo omicidio è stato condannato a 30 anni di reclusione dalla corte di assise di Firenze un 27enne senegalese. La corte non ha riconosciuto l’aggravante della crudeltà.

Cheik Diaw, questo il suo nome, era stato fermato dalla polizia il 14 gennaio scorso, ed era l’unico imputato nel processo per la morte della giovane. Al momento della lettura sentenza hanno assistito il padre, la madre, il fidanzato e molti amici di Ashley. Presenti anche il fratello e alcuni amici di Diaw. Il 27enne è stato condannato anche al pagamento di 450mila euro complessivi di provvisionale a favore della madre, del padre e della sorella di Ashley, costituitisi parte civile.

Secondo la ricostruzione dell’accusa i due si sarebbero incontrati in un locale di Firenze e sotto l’influsso dell’alcol e droga si sono appartati a casa di lei, poi forse a seguito di un litigio o forse per una risposta della donna apparsa sgarbata, il  senegalese avrebbe reagito con violenza.

La donna fu abbandonata in casa dopo essere stata colpita con calci, pugni e spinte fino a farla cadere a terra. La presenza del 27enne sono state confermate dalle intercettazioni, da testimonianze e dalle telecamere di sicurezza nella zona.

I legali hanno già annunciato che faranno ricorso in appello. «C’è da lavorare per l’appello – ha affermato il legale del giovane -, dobbiamo essere più convincenti per arrivare a un’assoluzione». Il pm aveva chiesto l’ergastolo per Cheik Diaw rievocando nella requisitoria il percorso emerso dalle indagini.

«La prima cosa che faremo è andare al cimitero sulla tomba di nostra figlia». Lo hanno dichiarato ai giornalisti i genitori di Ashley, subito dopo la lettura della sentenza. Soddisfazione per la sentenza è stata espressa anche dai legali della famiglia Olsen: «In un momento come questo non possiamo certo dirci felici, ma siamo soddisfatti perché chi si è macchiato del delitto è stato individuato in modo certo».