Attività di estrazione mineraria nelle profondità marine preoccupa le comunità della Fossa delle Marianne.
Petizione contro l’estrazione mineraria sottomarina nelle Isole Mariana del Nord
Il 12 novembre, il Bureau of Ocean Energy Management (BOEM) ha pubblicato una richiesta di informazioni (RFI), esprimendo interesse per l’”affitto” dei minerali marini situati sullo scoglio continentale esterno delle Isole Mariana del Nord (CNMI). Questo processo potrebbe consentire l’estrazione mineraria commerciale sul fondo marino del Commonwealth. I critici hanno sollevato preoccupazioni riguardo alla rapidità e alla mancanza di chiarezza nella gestione della RFI da parte del BOEM, sottolineando che non sono state consultate né le comunità locali né i governi di CNMI e Guam prima di aprire un breve periodo di 30 giorni per commenti pubblici. Essi avvertono che l’estrazione mineraria in alto mare potrebbe causare danni irreversibili all’ambiente marino e compromettere i legami culturali profondi della regione con l’oceano, rappresentando un’altra forma di sfruttamento coloniale da parte degli Stati Uniti nel Pacifico.
Il sostegno delle autorità americane all’attività mineraria sottomarina è aumentato da quando l’ex presidente Donald Trump ha firmato un decreto esecutivo per promuovere la rapida formazione del settore, a favore della sicurezza nazionale. Un importante sviluppo è avvenuto a novembre, quando il BOEM ha manifestato l’intenzione di aprire le aree offshore del CNMI—note per la presenza di montagne sottomarine ricche di minerali, venti idrotermali e pianure abissali—per l’esplorazione mineraria.
Preoccupazioni della comunità locale
Il discusso RFI è stato recentemente al centro dell’attenzione. In particolare, funzionari governativi e residenti delle Isole Mariana e di Guam hanno espresso preoccupazioni sul breve tempo concesso per rispondere alla proposta del BOEM. Locali attivisti, tra cui Angelo Villagomez, hanno definito l’assegnazione di soli 30 giorni per la consultazione come inaccettabile, evidenziando la mancanza di un consenso informato e gratuito, come richiesto dalle normative internazionali sui diritti delle popolazioni indigene.
“È inaccettabile che alla comunità venga dato così poco tempo per esprimere le proprie preoccupazioni su un tema che avrà impatti ambientali, economici e culturali profondi”, ha dichiarato Villagomez. La richiesta di un’estensione del periodo di commento è stata avanzata dal governatore del CNMI, David M. Apatang, insieme al governatore di Guam, Lourdes Leon Guerrero. I due hanno scritto una lettera al BOEM chiedendo un’estensione di 120 giorni, argomentando che il periodo attuale non fosse sufficiente per fornire un feedback informato.
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