Crescita economica nel Mezzogiorno in crescita secondo Bankitalia ma preoccupazione per calo demografico
Il Mezzogiorno mostra una crescita superiore alla media nazionale, secondo il rapporto presentato dalla Banca d’Italia. Dopo la pandemia, l’economia italiana ha registrato tassi di crescita superiori alle principali economie dell’area euro, con un contributo importante del sud Italia. È fondamentale continuare la ripresa attraverso politiche orientate agli investimenti e alla qualità delle istituzioni. Nel 2023, l’occupazione è aumentata, soprattutto nel Mezzogiorno, grazie agli incentivi e alla fine del blocco del turnover nella Pubblica amministrazione. Tuttavia, l’evoluzione demografica presenta sfide: la popolazione in Italia si contrarrà, con un calo significativo nella fascia lavorativa.
Il Mezzogiorno italiano supera la media nazionale: le prospettive di crescita economica
Il rapporto “Erit – L’Economia delle regioni Italiane” presentato dalla Banca d’Italia rivela che il Mezzogiorno italiano sta crescendo più della media nazionale. Dopo la pandemia, l’economia del Paese ha registrato una crescita superiore alla media delle principali economie dell’area euro, con un contributo significativo proveniente dal sud Italia, dove il prodotto interno lordo e l’occupazione hanno registrato un aumento maggiore rispetto alla media nazionale.
La Banca d’Italia sottolinea l’importanza di continuare sulla strada della ripresa economica, adottando politiche che favoriscano gli investimenti e migliorino la qualità delle istituzioni e dell’azione pubblica nel Mezzogiorno. Le misure di spesa del piano di ripresa e resilienza, insieme agli incentivi per la riqualificazione del settore immobiliare, hanno sostenuto la crescita dell’edilizia, che si è rilevata essere il settore in maggiore espansione in tutto il Paese.
Nel prossimo futuro, l’evoluzione demografica influenzerà significativamente l’attività economica del Paese. L’inarrestabile calo demografico porterà ad una contrazione della popolazione residente, con un calo più accentuato nelle regioni del Centro e del Mezzogiorno. Questo andamento demografico avrà conseguenze sull’intero sistema economico, con un numero sempre più ridotto di persone in età lavorativa.
In conclusione, il Mezzogiorno italiano rappresenta un punto di forza per la crescita economica complessiva del Paese, ma occorre continuare a investire nelle politiche che possano sostenere e potenziare il potenziale produttivo della regione, garantendo una ripresa sostenibile e duratura.
Il Mezzogiorno italiano cresce oltre le aspettative
Il rapporto presentato dalla Banca d’Italia evidenzia una crescita più elevata nel Mezzogiorno rispetto alla media nazionale. Dopo la pandemia, l’economia italiana ha registrato un aumento superiore alla media dell’area euro, con un contributo significativo proveniente dal sud Italia. Questo trend positivo potrebbe essere legato agli interventi pubblici adottati per contrastare gli effetti degli shock globali, ma sottolinea la necessità di politiche per rafforzare l’investimento e migliorare la qualità delle istituzioni nel Mezzogiorno.
Nel 2023, nonostante una crescita modesta, l’occupazione è aumentata in tutto il Paese, con maggiore intensità nel Mezzogiorno. Gli sgravi contributivi, gli investimenti pubblici e la fine del blocco del turnover nella Pubblica amministrazione hanno favorito tale crescita. Anche la partecipazione al mercato del lavoro è aumentata, soprattutto nel sud e nel Nord Est, mentre il tasso di disoccupazione è diminuito ovunque.
Per i prossimi anni, l’evoluzione demografica influenzerà significativamente l’attività economica. Con un calo demografico inarrestabile, in particolare nel Mezzogiorno, si prevede una contrazione della popolazione residente che potrebbe incidere sull’economia del Paese. Il numero di persone in età lavorativa è destinato a diminuire, con variazioni significative tra le diverse macroaree.
Dal punto di vista bancario, si registra una contrazione dei prestiti al settore privato non finanziario, soprattutto nel Centro e nel Nord Est. Questo calo è principalmente dovuto alla minore domanda di credito e alla maggiore avversione al rischio, in un contesto macroeconomico debole. Solo nel Mezzogiorno i prestiti alle famiglie hanno continuato a crescere, seppur in rallentamento.
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