Il debito pubblico supera di nuovo quota 3mila miliardi a febbraio

Il debito pubblico supera di nuovo quota 3mila miliardi a febbraio

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A febbraio il debito delle Amministrazioni pubbliche in Italia è aumentato di 42,6 miliardi, raggiungendo 3.024,3 miliardi. L’incremento è dovuto alla crescita delle disponibilità liquide del Tesoro e al fabbisogno delle Amministrazioni pubbliche. Il debito delle Amministrazioni centrali è aumentato, mentre quello delle Amministrazioni locali e degli Enti di previdenza è rimasto stabile. La Banca d’Italia detiene il 20,8% del debito, mentre i non residenti detengono il 31,4% e gli altri residenti il 14,2%. Le entrate tributarie nei primi due mesi del 2025 sono aumentate del 4,8% rispetto all’anno precedente. Il debito è stato rivisto al rialzo negli anni precedenti.

Andamento del debito delle Amministrazioni pubbliche in Italia nei primi due mesi del 2025

A febbraio, il debito delle Amministrazioni pubbliche in Italia è aumentato di 42,6 miliardi rispetto al mese precedente, raggiungendo la cifra di 3.024,3 miliardi. Questo incremento è stato determinato principalmente dalla crescita delle disponibilità liquide del Tesoro, che hanno registrato un aumento di 26,2 miliardi, arrivando a 76,1 miliardi. Inoltre, il fabbisogno delle Amministrazioni pubbliche ha contribuito con 15,7 miliardi all’aumento del debito, insieme all’effetto degli scarti e dei premi all’emissione e al rimborso, della rivalutazione dei titoli indicizzati all’inflazione e della variazione dei tassi di cambio, che hanno aggiunto 0,7 miliardi al totale.

Analizzando la ripartizione per sottosettori, si nota che l’incremento del debito è principalmente attribuibile alle Amministrazioni centrali, che hanno registrato un aumento di 42,5 miliardi. Al contrario, il debito delle Amministrazioni locali e degli Enti di previdenza è rimasto praticamente invariato.

La Banca d’Italia ha visto diminuire la quota del debito detenuta, che si è attestata al 20,8%, mentre a gennaio la quota detenuta dai non residenti era salita al 31,4% e quella detenuta dagli altri residenti, principalmente famiglie e imprese non finanziarie, era rimasta stabile al 14,2%. Nel complesso dei primi due mesi del 2025, le entrate tributarie hanno registrato un aumento del 4,8% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, attestandosi a 90,0 miliardi.

Il debito è stato rivisto al rialzo rispetto ai dati pubblicati il 14 marzo, con un aumento di 1,4 miliardi nel 2021, 1,3 nel 2022, 1,2 nel 2023 e 0,9 nel 2024.

Il debito delle Amministrazioni pubbliche in aumento a febbraio

Secondo i dati della Banca d’Italia, a febbraio il debito delle Amministrazioni pubbliche è salito di 42,6 miliardi rispetto al mese precedente, raggiungendo quota 3.024,3 miliardi. Questo aumento è dovuto alla crescita delle disponibilità liquide del Tesoro, al fabbisogno delle Amministrazioni pubbliche e ad altri fattori come gli scarti e i premi all’emissione.

Analizzando la ripartizione per sottosettori, si osserva che il maggior aumento del debito è attribuibile principalmente alle Amministrazioni centrali, con un incremento di 42,5 miliardi. Al contrario, il debito delle Amministrazioni locali e degli Enti di previdenza è rimasto quasi invariato.

La vita media residua del debito pubblico è rimasta stabile a 7,9 anni. La quota detenuta dalla Banca d’Italia è diminuita al 20,8%, mentre quella detenuta dai non residenti è salita al 31,4%. Nel complesso, nei primi due mesi del 2025, le entrate tributarie sono state di 90,0 miliardi, con un incremento del 4,8% rispetto all’anno precedente.

Infine, rispetto ai dati precedenti, il debito è stato revisionato al rialzo per gli anni 2021-2024, con aumenti di 1,4 miliardi, 1,3 miliardi, 1,2 miliardi e 0,9 miliardi rispettivamente. La situazione del debito pubblico rimane quindi un punto cruciale da monitorare attentamente per garantire la stabilità economica del paese.

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