La legge di bilancio ignora la scuola e gli insegnanti, trascurando l’istruzione.

La legge di bilancio ignora la scuola e gli insegnanti, trascurando l’istruzione.

La Legge di Bilancio 2026 e l'Istruzione: Un'analisi preoccupante Il Disegno di Legge e le priorità...

La Legge di Bilancio 2026 e l’Istruzione: Un’analisi preoccupante

Il Disegno di Legge e le priorità del governo

Il Consiglio dei Ministri ha recentemente approvato il Disegno di Legge sulla legge di bilancio 2026. Tornando all’agenda politica, emerge una chiara mancanza di attenzione verso la scuola, che nel contesto della legge Meloni-Giorgetti sembra assumere un ruolo marginale. Questo risultato non sorprende chi ha seguito da vicino le politiche educative degli ultimi anni.

L’assenza di fondi dedicati all’istruzione pubblica segnalano che il governo sta operando un lento ma inesorabile ritiro da questo settore cruciale, lasciando intendere una progressiva marginalizzazione della scuola pubblica. Le eccessive priorità verso altri settori, rendono questo tema sempre più trascurato.

Le Risorse Destinate alla Scuola: Un’analisi dettagliata

Nel Disegno di Legge attuale non si prevede alcun incremento dei fondi per i contratti nell’istruzione rispetto a quanto già stabilito dalla legge di bilancio 2025. Questa legge ha già allocato risorse per i contratti 2025/2027 e 2027/2029, entrambi già in fase di attuazione. È importante ricordare che il contratto 2022/2024 è ancora in fase di definizione e ci si aspetta un modesto aumento di soli 50 euro netti, con un arretrato limitato a poche centinaia di euro.

Coloro che speravano in risorse aggiuntive per il contratto attuale, scaduto da 11 mesi, devono rassegnarsi. È previsto al massimo un parziale ristoro retributivo attraverso l’abbassamento dell’aliquota IRPEF e la tassazione al 20% degli aumenti contrattuali. Si tratta di una situazione che non permette ai professionisti della scuola di recuperare il potere d’acquisto, ormai eroso dall’inflazione, che ha raggiunto il 17% a causa di conflitti prolungati.

Inefficienza nella mobilitazione del personale scolastico

L’astensione dal conflitto e la mancanza di mobilitazione da parte del personale docente e ATA rappresentano un ulteriore ostacolo rispetto alla rivendicazione di diritti e opportunità. Rimanere in silenzio mentre Facebook diventa il principale strumento di sfogo, non porterà a cambiamenti significativi. Ogni forma di lotta è fondamentale per ottenere ciò che ci spetta, e continuare a vivere in uno stato di indifferenza rischia di portare a perdite ancora maggiori.

Se osserviamo la legge di bilancio, è evidente quanto il governo riservi attenzione al settore della sanità, destinando risorse importanti per medici e infermieri. Questo confronto mette in luce la disparità di trattamento nei confronti del personale del mondo della scuola.


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