Strage di Ustica, Stato condannato a risarcire 17 milioni ai parenti

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Forse è arrivato il momento di scrivere la parola fine sul disastro di Ustica dopo quasi 40 anni. La Corte d’Appello ha stabilito, con una sentenza depositata mercoledì, che lo Stato dovrà risarcire i familiari delle vittime del disastro aereo di Ustica del 27 giugno del 1980 che ha provocato 81 morti. L’ammontare del risarcimento è di 17 milioni di euro.

Rigettato l’appello dell’Avvocatura dello Stato

La prima sezione della Corte di secondo grado ha rigettato l’appello che l’Avvocatura dello Stato aveva presentato contro la sentenza di condanna emessa dal Tribunale civile di Palermo nel 2011.

Secondo la Corte del capoluogo siciliano, resta accertato il depistaggio delle indagini svolte all’indomani del disastro aereo del Dc9 Itavia.

Il velivolo, che da Bologna andava a Palermo, è ormai quasi certo che sia stato abbattuto da un missile e, a parere dei giudici civili di Palermo, i ministeri della Difesa e dei Trasporti non assicurarono al volo adeguate condizioni di sicurezza.

Esclusa l’ipotesi alternativa della bomba collocata a bordo dell’aereo o di un cedimento strutturale, in linea, quindi, con lo scenario già tracciato dall’istruttoria conclusa nel ‘99 dal giudice Rosario Priore. Lo Stato dovrà quindi risarcire oltre 17 milioni di euro a 29 familiari delle vittime.

La tragedia

Il 27 giugno 1980, alle ore 20.59’45”, un DC9 della compagnia privata italiana Itavia sparisce dagli schermi radar senza trasmettere alcun segnale di emergenza. L’aereo era stabilizzato in crociera a 7.600 metri di quota, lungo l’aerovia “Ambra 13” ed improvvisamente, senza lanciare alcun allarme, precipita nei pressi del punto “Condor”, tra le isole di Ponza ed Ustica, inabissandosi nella cosiddetta “Fossa del Tirreno”, profonda oltre 3.500 metri. Tra passeggeri ed equipaggio, persero la vita 81 persone. 14 erano bambini. I relitti ed i pochi corpi recuperati testimoniano che l’aeroplano è esploso in volo, destrutturandosi in due tronconi principali.

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