Dopo le nuove linee guida relative all’allattamento l’OMS negli ultimi anni ha rivisto anche le linee guida relative allo svezzamento a fronte delle evidenze scientifiche più recenti: si raccomanda di proseguire con l’allattamento materno esclusivo fino al sesto mese circa e poi, a seconda delle esigenze e competenze del bambino, iniziare a introdurre cibi di varia consistenza.

Ovviamente l’allattamento al seno continuerà ad essere l’alimento principale fino al compimento dell’anno e un alimento complementare consigliatissimo fino ai 24 mesi e più.

Laddove fosse impossibile continuare con l’allattamento materno l’OMS dichiara che non c’è alcuna necessità del latte di proseguimento, addirittura controindicato per la grande presenza di proteine e la carenza di vitamine, minerali e acidi grassi. Stesso discorso per il latte vaccino. Il compromesso più accettabile ma non indispensabile sembra essere il latte 1. Altre fonti da integrare possono essere lo yogurt e i latti vegetali.

Grande novità quindi rispetto alle passate indicazioni pediatriche in cui il latte di proseguimento veniva consigliato fino ai 12 mesi e lo svezzamento anticipato ai 3-4 mesi come possibile strategia per prevenire allergie e intolleranze.

E’ stato dimostrato invece che obesità, malassorbimento, allergie, patologie respiratorie, diabete, diarrea, otite e una lunga serie di patologie sono prevenute dall’allattamento al seno: in poche parole questo protegge mamma (per alcune patologie tumorali) e neonato.

I tempi dello svezzamento

I sei mesi sembrano oggi un adeguato spartiacque (da non prendere alla lettera ma da valutare sempre in relazione al singolo bambino) in cui il neonato ha iniziato a formare il suo sistema immunitario, ha un’adeguata capacità intestinale, ha acquisito generalmente controllo del capo e della schiena tanto da riuscire a stare in posizione seduta e ha perso il riflesso di estrusione (quando spingono con la linguetta fuori dalla bocca i solidi).

Allora verrà naturale introdurre il bambino al nostro cibo e sarà proprio lui in molti casi a mostrarsi desideroso e interessato, soprattutto se lo renderemo partecipe e presente ai nostri pasti.

Inizialmente i bambini giocheranno col cibo, faranno tesoro delle nuove esperienze, forme, colori, consistenze, fino a sentirsi sicuri, a spostare più in fondo, laddove presente, il riflesso faringeo (quello che causa il riflesso del vomito) e a mangiare con gusto, scegliendo ciò che sarà di loro gradimento e che quasi sempre coincide con ciò di cui sentono il bisogno.

Possiamo proporre consistenze più omogenee come passati, frullati, piccole pastine e cereali aiutandoli col cucchiaino se gradiscono, oppure presentare, in una dieta ricca e varia, gustose ricette e cibi con consistenze facili da afferrare, tagliati a bastoncino o come polpette, evitando le rondelle o i chicchi che possono ostruire le vie respiratorie. Andando avanti, con l’acquisizione di nuove abilità come la presa a pinza, anche i chicchi più piccoli saranno semplici da maneggiare.

Conclusioni

Il bambino si sentirà subito coinvolto, partecipe, amerà nutrirsi col nostro stesso cibo, sarà un momento in cui non dovremo rincorrerlo e forzarlo e in cui scoprire insieme e in maniera salutare il piacere del cibo in libertà.

Unica raccomandazione: tutta la famiglia dovrà avere una dieta sana così da dare il giusto esempio…

E prepariamoci a coloratissimi pasticci su pavimento e abitini. Ma anche a tante risate!