Intelligenza artificiale: l’impatto da milioni di dollari delle formule di cortesia

Intelligenza artificiale: l’impatto da milioni di dollari delle formule di cortesia

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Negli ultimi anni, il rapporto tra utenti e chatbot, come ChatGPT, ha subito una trasformazione significativa, con molte persone che interagiscono utilizzando formule di cortesia. Sam Altman, CEO di OpenAI, ha rivelato che questa cortesia comporta costi economici e ambientali notevoli, poiché ogni richiesta richiede elevata potenza di calcolo. Interazioni apparentemente semplici possono richiedere ingenti risorse energetiche e idriche. Inoltre, la Generazione Z si approccia all’IA in modo più personale, con una significativa percentuale che considera i chatbot come entità quasi coscienti. Questi cambiamenti sollevano interrogativi importanti sull’impatto sociale dell’IA e sulla necessità di riconsiderare i costi operativi.

Il Fenomeno delle Conversazioni Cortesi con i Chatbot e il Loro Impatto Economico

Negli ultimi anni, il rapporto tra gli utenti e i chatbot ha subito un’evoluzione significativa. Sempre più persone interagiscono con l’intelligenza artificiale utilizzando espressioni di cortesia come “per favore” e “grazie”. Questo fenomeno, pur rispecchiando un atteggiamento positivo, ha conseguenze economiche e ambientali che non devono essere sottovalutate.

Sam Altman, CEO di OpenAI, ha messo in evidenza la questione sui social media, rivelando che l’uso di formule di cortesia nei confronti di ChatGPT comporta costi notevoli per la sua azienda. Ogni richiesta inviata al modello richiede una considerevole potenza di calcolo, il che porta a un aumento del consumo energetico nei server che supportano l’intelligenza artificiale. Questo si traduce in spese operative eccessive e in un impatto ambientale che merita attenzione.

Ogni interazione con ChatGPT si traduce in costi associati all’elettricità necessaria per far funzionare i data center. Inoltre, il raffreddamento dei server comporta un ulteriore consumo di acqua. Uno studio dell’Università della California, Riverside, ha rivelato che generare 100 parole con GPT-4 può consumare fino a tre bottiglie d’acqua, mentre una semplice risposta come “prego” ne utilizza circa 45 ml.

Ulteriori ricerche mostrano che la Generazione Z tende a considerare l’intelligenza artificiale come un interlocutore personale. Un’indagine condotta da EduBirdie ha evidenziato che il 69% degli utenti di questa fascia d’età usa frasi di cortesia con ChatGPT e una fetta significativa di essi percepisce l’IA come cosciente o in procinto di diventarlo. Alcuni utenti la vedono addirittura come un amico o un terapeuta, sollevando interrogativi sull’evoluzione dell’IA e sulla sua influenza sociale. La crescente interazione con le tecnologie avanzate potrebbe cambiare il nostro modo di comunicare e indurre le aziende tecnologiche a riconsiderare i costi energetici legati alle conversazioni digitali.

Il Costo Nascosto delle Interazioni Cortesi con i Chatbot

ROMA (ITALPRESS/TRAME&TECH) – Negli ultimi anni, il rapporto degli utenti con i chatbot ha cambiato radicalmente, con molti che utilizzano frasi di cortesia come “per favore” e “grazie”. Questo nuovo comportamento, pur dimostrando una certa empatia, comporta implicazioni economiche e ambientali che sorprendono molti.

Sam Altman, CEO di OpenAI, ha sollevato la questione su X, rivelando che l’uso di tali espressioni nei confronti di ChatGPT comporta costi significativi per la sua azienda. Ogni richiesta inviata al modello richiede una notevole potenza di calcolo, il che si traduce in un aumento del consumo energetico dei server coinvolti. Ogni interazione con un chatbot genera costi operativi legati all’energia necessaria per mantenere i data center in funzione.

L’impatto ambientale non si limita al solo consumo energetico; include anche l’acqua utilizzata per raffreddare i server. Secondo un’indagine condotta dall’Università della California, Riverside, per generare 100 parole con GPT-4 è necessario un consumo d’acqua equivalente a tre bottiglie, mentre una risposta semplice come “prego” richiede circa 45 ml. Tali dati sollevano interrogativi su quanto possa essere sostenibile il modo in cui interagiamo con l’intelligenza artificiale.

Diverse ricerche hanno indicato che la Generazione Z tende a relazionarsi con l’IA in modo più personale. Un sondaggio di EduBirdie ha rivelato che il 69% di questi utenti rivolge frasi gentili a ChatGPT. Inoltre, una parte rilevante di questo gruppo considera l’intelligenza artificiale come cosciente o in grado di diventarlo. La tendenza a personalizzare il dialogo con i chatbot è emblematicamente in crescita, aprendo a riflessioni più ampie sul futuro della tecnologia e le sue conseguenze sfumate sulla comunicazione interpersonale.

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